Lo skateboard e la mobilità urbana (originale)

Skateboarding in città: solo uno sport relegato a spazi appositi o possibile mezzo di trasporto sostenibile alternativo?

Qualche giorno fa, mentre aspettavo l’autobus, mi è passato davanti un giovane che sfrecciava a bordo di uno skateboard sulla carreggiata della strada. Ho pensato, ingenuamente, “bello!” riconducendo la cosa alla crescente cultura (ed esigenza) di una mobilità nuova e alla diffusione mezzi di trasporto sostenibili in città. Ho subito pensato a un nuovo movimento di “mobilità originale”che rivalutasse non solo la bici ma tutto ciò che è a ruota e ci possa portare da un punto A a un punto B senza inquinare. Ma poi mi sono resa conto che lo skateboard non è un oggetto nuovo, possibile che nessuno abbia mai pensato di usarlo in città non come attrezzo per fare sport ma come mezzo di trasporto? Troppo audace? Troppo pericoloso? Insomma, mi sono trovata in uno di quei dubbi che di solito si trasformano in “lo sanno tutti tranne me”.

Da una rapida “guglata” ho capito che la mia intuizione non è stata di quelle più originali. Comunque, ecco la risposta: secondo il Codice della Strada (Art. 190 – “Comportamento dei pedoni”) lo skateboard è assimilato ad un acceleratore, e quindi non può circolare sulla carreggiata come un normale veicolo, anzi.

Comma 8: « La circolazione mediante tavole, pattini od altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade »

Quindi il ragazzo che ho visto l’altro giorno ha rischiato di prendersi una bella multa, “da euro 23 a euro 92“.

Inoltre:

Comma 9: « È vietato effettuare sulle carreggiate giochi, allenamenti e manifestazioni sportive non autorizzate. Sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini od altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti »

Leggo da varie fonti che questo secondo comma è oggetto di diverse interpretazioni, ovvero: è (sempre) vietato usare lo skate sugli spazi riservati ai pedoni, siano essi marciapiedi o piste ciclabili, o lo è solo nel momento in cui lo skater adotta una andatura pericolosa per i pedoni? A giudicare dalla cronaca, la prima interpretazione è la più applicata, ma la mia non è una considerazione basata su dati statistici.

Quindi è abbastanza ovvio il motivo per cui non si vedono skaters per strada: non è solo una questione di sicurezza, semplicemente non si può. Un peccato, perché skateboard e monopattini ad esempio potrebbero essere ottimi mezzi in città, soprattutto se abbinati all’uso di mezzi pubblici.

Il 29 ottobre a Bologna, durante la conferenza sulle città “Ecosistema Urbano“, il sottosegretario ai trasporti Erasmo D’Angelis ha annunciato che finalmente il suo dicastero ha ottenuto la delega per la riforma del codice della strada, antiquato e non più rispondente alle caratteristiche moderne. Sarebbe troppo sperare in un nuovo codice basato su mobilità nuova, dolce, sostenibile, e magari anche “originale”?

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