Legge ammazza-cani: la proposta shock dell’Abruzzo

Uccisione su richiesta del proprietario del proprio cane o gatto da parte di un veterinario e possibilità di abbattimento dei cani “inselvatichiti. Sono questi i contenuti shock di una proposta di legge “Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali d’affezione” dei consiglieri Verì, Pietri, Chiavaroli e Caporale della Regione Abruzzo, già approvata in Commissione.

La proposta, che doveva essere discussa martedì 15 ottobre, introduce, infatti, la possibilità di effettuare la soppressione eutanásica degli animali da affezione su richiesta del proprietario “e per fondati motivi di ordine sanitario e/o sociale”. Lega Nazionale per la Difesa del Cane, LAV e ENPA non ci stanno.

“Tale previsione è incostituzionale in quanto è in contrasto sia con la L. 281/91 Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo e con l’articolo 544 – bis del Codice penale che punisce con la reclusione fino a quattro anni chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale”, dichiarano le associazioni.

L’articolo 544-bis del Codice penale non prevede distinzione tra animale proprio e animale altrui, né particolari modalità impiegate per causarne il decesso. L’eutanasia è un atto medico veterinario e non può essere decisa dal proprietario neppure per motivi di ordine sanitario e sociale. La legge è molto chiara cani e gatti possono essere soppressi solo se gravemente malati, sofferenti e con prognosi infausta oppure se di comprovata pericolosità e non per generici motivi di ordine sanitario e sociale. “Motivi di ordine sociale potrebbero essere difficoltà economiche, incapacità di gestire l’animale, il fastidio dell’abbaio oppure della semplice presenza di animali”, continuano le associazioni.

Anche la possibilità di abbattimento prevista per i cani inselvatichiti è stata duramente criticata dalle associazioni. I cani inselvatichiti sono cani e pertanto ricadono nella normativa nazionale per la protezione degli animali d’affezione che prevede indennizzi per gli allevatori e non certo l’abbattimento degli animali. “Una nuova legge sul randagismo dovrebbe fare positivi passi avanti sulla tutela degli animali e non reintrodurre misure che oltre a essere in contrasto con la normativa nazionale, sono inaccettabili e prive di fondamento scientifico”, tuonano le associazioni.

E ricordano: il randagismo si combatte in primo luogo con la sterilizzazione degli animali e la promozione delle adozioni a opera delle associazioni di volontariato aspetti che, in contrasto con la normativa nazionale, la proposta di legge depotenzia prevedendo che i cani ricoverati nei canili sanitari possano invece che debbano essere sottoposti a sterilizzazione chirurgica e non prevedendo la presenza obbligatoria delle associazioni all’interno delle strutture gestite dai privati.

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