La Tenda Rossa, celebrando i cicli femminili

Nell’antichità, in concomitanza con la luna nuova, tutte le donne della tribù si riunivano nella tenda rossa. Alcune di loro, quelle in età fertile, vi si ritiravano per mestruare tutte insieme (all’epoca i cicli mestruali coincidevano per il fatto di vivere insieme ed erano armonizzati con quello lunare), riposare, sognare. Le più anziane invece, ormai in un’altra tappa vitale, si occupavano di vegliare su di loro affinché venissero garantiti la tranquillità e il rispetto dei giorni sacri, in cui le donne erano libere dagli oneri familiari e comunitari.

La tenda rossa, detta anche tenda lunare, era anche il luogo dove avvenivano i parti, dove si celebrava l’arrivo del menarca delle fanciulle, dove gli ancestrali segreti femminili venivano trasmessi di bocca in bocca e di generazione in generazione.. Tutti i riti di passaggio delle donne avevano luogo in questo spazio sacro, il cui colore richiamava quello del sangue, simbolo del ciclo vita/morte.

Era una grande tenda dal colore rubino, piantata fra le altre tende che componevano l’accampamento, e agli uomini ne era proibito l’accesso. Era un luogo di devozione femminile, un utero nel quale tutte le donne trovavano rifugio e appoggio, un laboratorio di sapienza dove venivano approfonditi i misteri del corpo femminile.

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Oggigiorno sappiamo della tenda rossa principalmente grazie al romanzo di Anita Diamant, “La tenda rossa”, pubblicato nel 1997. La storia, riscrittura di parte della Genesi, al tempo di Giacobbe e i suoi figli, è narrata in prima persona dall’unica figlia femmina, Dinah, della cui esistenza appena si accenna nella Bibbia. Anita Diamond invece sviluppa la narrativa, traendo ispirazione dalla vicenda biblica e ampliandola, centrandosi appunto sulla vita femminile della tribù di Giacobbe di cui la protagonista,Dinah, è la portavoce.

Attualmente, dopo la pubblicazione del libro, moltissime donne in tutto il mondo hanno iniziato ad organizzarsi per ricreare l’atmosfera delle tende rosse, spinte dal desiderio di ritrovare questa comunione femminile persa con l’avvento del patriarcato. Nelle tende rosse contemporanee, la cui funzionalità è per lo più temporanea (il sogno di una tenda rossa permanente è più complicato da realizzare e ve ne sono proprio poche), le donne si ritrovano per discutere e condividere opinioni su tematiche importanti come le mestruazioni, la menopausa, la maternità, l’accompagnamento al primo sangue. Sono spazi di celebrazione e introspezione al tempo stesso, dove ci si prende cura le une delle altre, certe del fatto di trovare comprensione e appoggio.

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Le attività all’interno di ogni incontro posso essere svariate, ciò che le accomuna è l’intenzione di riconnettersi con un vissuto mestruale e femminile positivo, in cui il ciclo delle donne si liberi dei pregiudizi e delle diffamazioni che gli sono state addossate. Qui le donne possono parlare di argomenti considerati tabù dalla società (come tutto ciò che è vincolato ai naturali processi del corpo femminile). Il documentario intitolato proprio “Things we don’t talk about. Women stories from the Red Tent.” (Cose di cui non si parla. Storie di donne dalla Tenda Rossa), è disponibile in inglese con sottototitoli (non ancora in italiano purtroppo) per chi volesse saperne di più.

Anche in Italia vi sono tende rosse in varie città, qui puoi trovare il link per trovare quella più vicina a te. Pronta per il ritorno a casa?

Christine Michel F.

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