La scuola finlandese è molto all'avanguardia rispetto alla scuola italiana. Come fare per portare un po' di Finlandia in Italia?
La scuola è iniziata da quasi un mese. Quest’anno sono in una nuova scuola, dopo aver passato il mio anno di prova fuori Roma, in quel di Colleferro, e aver dovuto – per vari motivi – accantonare un po’ i miei esperimenti di scuola felice. Questa esperienza mi ha insegnato molto, perché ho capito che per fare una scuola felice, c’è bisogno non soltanto della volontà e dell’entusiasmo di una sola insegnante, ma che tutti, dal dirigente ai collaboratori scolastici, siano coinvolti in questo progetto.
Ogni anno che passa, mi rendo sempre più conto che la scuola italiana avrebbe bisogno di un cambiamento radicale. La nostra società si muove e progredisce a ritmi vertiginosi, la tecnologia ci ha fatto per molti versi fare in pochi anni degli enormi balzi in avanti, ma la scuola è rimasta ferma all’Ottocento.
Entrando nella maggior parte dei nostri edifici, si ha l’impressione di trovarsi in carceri senza sbarre, dove i ragazzi sono costretti a stare seduti per molte ore al giorno su sedie scomode, tra banchi stretti e poco spazio dove muoversi. In un mondo dominato dal web, in cui chiunque può accedere alle informazioni con un semplice click sullo smartphone, la scuola italiana ancora stenta ad avere dei laboratori informatici degni di questo nome, una LIM (lavagna interattiva multimediale) in ogni classe, dei tablet su cui fare esercizi e progettare attività, e si affida al vecchio caro libro di testo, alle lezioni frontali con l’insegnante-oratore che spiega per interminabili minuti e gli alunni-spettatori passivi che ascoltano annoiati.
Partecipando ad un convegno sulla Didattica Capovolta qualche giorno fa, sono rimasta assolutamente affascinata dall’intervento della prof.ssa Daniela Di Donato, che ha raccontato di come sia strutturata la scuola finlandese. Portando l’esempio della scuola di Saunalahti (a questo link potete dare un’occhiata all’Istituto), la prof.ssa Di Donato ha spiegato come sia possibile portare un po’ di Finlandia in Italia. Qui sotto cinque punti per iniziare a rendere la scuola italiana un po’ meno retrograda e un po’ più finlandese!
1) OGNI STUDENTE HA DIRITTO DI TROVARE LE SUE RADICI E LE SUE ALI! Ogni bambino dovrebbe avere un suo percorso personalizzato, creato insieme ai genitori, che tenga conto del suo background, delle sue potenzialità e delle sue eventuali difficoltà.
2) OGNI STUDENTE HA DIRITTO DI SENTIRSI PARTE DELL’AMBIENTE CHE LO CIRCONDA! La scuola dovrebbe educare alla sostenibilità e incoraggiare gli studenti ad essere attivi nel ridurre l’impatto ambientale della scuola. Ogni studente dovrebbe imparare a prendersi cura dell’ambiente in cui vive, attraverso attività concrete di educazione ambientale (in ogni classe della scuola finlandese, ad esempio, è presente un kit per tenere pulita e in ordine l’aula; si svolgono molte attività all’esterno; i contatti con l’amministrazione cittadina sono costanti).
3) OGNI STUDENTE HA DIRITTO AL RIPOSO! Mentre in Italia le ore di lezione si susseguono con pochissimi momenti di pausa (quando va bene, ci sono due intervalli da dieci minuti in sei ore), in Finlandia ogni 20/25 minuti di attività si fanno alcuni minuti di pausa, che possono essere impiegati dagli alunni per alzarsi e sgranchirsi le gambe, guardare un video musicale, cantare e ballare tutti insieme…E’ importante che i ragazzi percepiscano che esiste un tempo pieno e un tempo vuoto, e che quel tempo vuoto ha lo stesso valore di quello pieno. In ogni scuola finlandese ci sono spazi con cuscini e divani, dove potersi rilassare chiacchierando con gli amici o leggendo un libro.
4) OGNI STUDENTE HA DIRITTO DI ESSERE ASCOLTATO! Una delle cose che più mi ha colpito dell’intervento della prof.ssa Di Donato è stato qualcosa che faccio abitualmente, sempre però sentendomi una fuori legge, ossia far partecipare gli studenti ai colloqui coi genitori. In Finlandia a dire il vero, sono i genitori che vengono invitati a partecipare ai colloqui dei propri figli con gli insegnanti. Durante il colloquio, insegnanti e studenti fanno il punto della situazione, si chiariscono sugli obiettivi raggiunti e scelgono insieme la strada da percorrere per i nuovi obiettivi che ci si prefigge.
5) OGNI STUDENTE HA DIRITTO AI PROPRI TEMPI! La scuola italiana è un continuo susseguirsi di compiti, interrogazioni, verifiche scritte e orali, che rendono la vita degli studenti una vera corsa a ostacoli, togliendo molto spesso il piacere di studiare e di imparare. In Finlandia soltanto al termine di un periodo di circa 6/7 settimane (il tempo di un singolo corso), lo studente viene sottoposto ad una verifica. Nel caso in cui questa verifica non venga superata, c’è la possibilità di ripetere la prova altre due volte. Dopodiché lo studente deve ripetere il corso. C’è dunque la possibilità di prepararsi alla verifica finale del corso, assecondando i propri ritmi e avendo sempre un costante supporto da parte degli insegnanti.
Questi cinque semplici suggerimenti, se applicati per quanto possibile nella realtà italiana, renderebbero la scuola un luogo dove crescere, imparare a rispettare se stessi e gli altri, coltivare semi di felicità!