La lenta scomparsa delle Alpi Apuane a causa delle cave di marmo
Ho trovato in rete un video che celebra la maestria degli esperti che lavorano nelle cave di marmo di Carrara e sono rimasta incantata:
Vedendolo, però, mi sono chiesta che tipo di impatto ambientale avesse questa attività e ho iniziato a cercare notizie in rete, scoprendo come questo tipo di estrazione stia lentamente distruggendo le montagne e i corsi d’acqua della zona.
Le cave di marmo nei dintorni di Carrara sono antichissime, un terzo delle 85 cave è di epoca romana, e le opere d’arte e di architettura create utilizzando questo marmo sono presenti, oltre che in Italia, in tutto il mondo. Eppure un’attività estrattiva poco regolamentata sta minacciando le montagne dalle quali è stato scolpito il David di Michelangelo, creando molti problemi agli abitanti delle zone circostanti.
Nel 1920 da queste cave venivano estratte meno di centomila tonnellate di marmo all’anno. Oggi si arriva a più di cinque milioni di tonnellate, per tenere testa a produttori in Cina, Russia e India. Per ridurre i costi e contenere i prezzi si scava a ritmi serrati, usando le trivelle pneumatiche ed enormi pale meccaniche. Lo sfruttamento delle cave di marmo sta distruggendo l’ambiente e creando problemi alla salute degli abitanti.
“Salviamo le Apuane” è un gruppo di varie organizzazioni che tentano di preservare le montagne, che continuano a scomparire un pezzetto alla volta, nonostante le leggi che dovrebbero tutelare il paesaggio, la fauna e la flora delle alpi Apuane, essendo tutelate da un Parco regionale dal 1985.
Ci sono uomini e donne che da oltre 20 anni si battono perché questo enorme patrimonio naturale ed anche culturale possa ottenere la tutela che gli spetta e perché almeno all’interno dei confini dell’area protetta cessi completamente la distruzione: singole persone, associazioni ambientaliste locali, appassionati frequentatori della montagna, studiosi, movimenti e comitati da tempo gridano al disastro ambientale e avvertono del pericolo che l’attività di estrazione del marmo, che procede ormai a ritmi vertiginosi date le nuove metodologie utilizzate e i mezzi a disposizione, possa a breve danneggiare pesantemente anche l’enorme patrimonio acquifero dell’area: la marmettola, polvere di marmo che risulta dal taglio, si infiltra inesorabilmente nelle fessure della montagna e va a depositarsi nelle vene d’acqua all’interno delle montagne; in superficie viene trascinata a valle ad ogni pioggia rendendo bianche come il latte le acque dei torrenti e dei fiumi per poi depositarsi anche su quei fondali. Questa polvere di marmo pur non essendo un inquinante chimico, rappresenta un grave inquinante fisico in quanto si deposita sul fondo dei corsi d’acqua distruggendone i microambienti e rendendo, di fatto, impossibile l’insediamento agli organismi viventi.
Dei cinque milioni di tonnellate di marmo scavato ogni anno, solo un quinto viene estratto in blocchi e usato per realizzare sculture ed edifici, il resto sono detriti destinati ad essere trasformati in se trasformati in carbonato di calcio da usare per sostituire il piombo nelle vernici, l’amianto nei tetti, la fibra di legno nella carta e come riempitivo nei cereali, nei cosmetici, nelle pasticche di vitamine e nel dentifricio. Un quintale di carbonato di calcio costa 10.800 euro, mentre una tonnellata di marmo bianco puro costa 3.300 euro. La legge regionale stabilisce che le cave non possono essere usate solo per estrarre detriti, ma secondo i residenti e gli ambientalisti, è proprio quello che accade. All’inizio del secolo scorso Carrara era nota per le centinaia di laboratori di scultura, dove gli artigiani eseguivano lavori su commissione per conto di famosi artisti e riproducevano le copie di capolavori. Oggi sono rimasti pochi di quei laboratori: le aziende concessionarie preferiscono spedire via mare i blocchi grezzi in paesi come l’India, dove il lavoro costa meno.
Nonostante la città sia vicino al mare, tra gli abitanti di Carrara le percentuali di malattie polmonari sono più alte di quelle delle città che hanno molte industrie. Legambiente ha documentato per anni questi problemi e ha registrato una concentrazione molto alta di polveri di marmo nell’aria. Polveri che causano l’asma, il cancro ai polmoni, a bronchite, disturbi cardiovascolari e altri problemi respiratori.
Vi propongo un altro video Aut Out — la distruzione delle Alpi Apuane il più grosso disastro ambientale d’europa-Marmo di Carrara— Un cortometraggio presentato al Trento Film Festival di Alberto Grossi, che insieme a Franca Leverotti ed Elia Pegollo, rappresenta una delle colonne portanti di un movimento che è divenuto sempre più ampio e diversificato ma compatto nel denunciare quello che sta avvenendo e nel voler salvaguardare il proprio territorio.
Potete supportare la loro causa firmando la petizione qui e chiedere di fermare la distruzione delle Alpi Apuane:
Ferma_la_distruzione_delle_Alpi_Apuane
E visitare le pagine facebook:
SalviamoAlpiApuane.MontagnedAcqua
Fonti dell’articolo e risorse utili:
Veroinque Mistiaen, Readers’s Digest, Gran Bretagna: Carrara: Turning Art History Into Toothpaste. What’s going on at the famed Italian marble quarry. https://artislimited.wordpress.com/2012/12/09/turning-art-history-into-toothpaste-the-issues-involving-the-ongoing-environmental-disaster-in-carraras-marble-region-are-beginning-to-be-noticed/
https://secure.avaaz.org/en/petition/Ferma_la_distruzione_delle_Alpi_Apuane/