La dieta mediterranea di oggi è molto diversa da quella che ha dato origine al mito e può essere la causa di obesità e malattie croniche anche gravi.
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La dieta mediterranea è uno stile di alimentazione e un modello di salute nato da una ricerca di un fisiologo americano negli anni ’50. Ancel Keys per primo ha coniato questo termine notando come gli abitanti dei paesi del sud Italia e di Creta fossero molto più sani dei cittadini di New York. Ma la dieta mediterranea in cosa consiste? Esiste davvero? Fa bene? Cosa mangiare in una dieta mediterranea? Alcuni studi dimostrano che l’attuale dieta mediterranea non è salutare ed è legata a molte patologie, anche mortali.
Cosa si mangia nella dieta mediterranea?
I paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono molti e hanno tradizioni alimentari molto diverse tra loro. Ciò rende molto difficile stabilire con precisione quali alimenti e quali ricette possano definire una dieta mediterranea.
Il nome è stato dato per la prima volta da Ancel Keys, che ha studiato le abitudini alimentari e gli stati di salute degli abitanti di alcuni piccoli paesi dell’Italia meridionale e di alcune località dell’isola di Creta, più di 60 anni fa. Quello che aveva notato il fisiologo americano era che un’ alimentazione in cui l’olio d’oliva apportava la maggior parte dei grassi e c’era un ricco consumo di frutta e verdura fresche e un basso apporto di proteine animali, sembrava proteggere le persone da malattie già molto diffuse negli Stati Uniti come quelle cardiovascolari, i tumori e altri disturbi cronici.
La dieta mediterranea era quasi vegetariana
La dieta del paese di Nicotera, che Keys studiò in varie fasi fino al 1960, si basava principalmente su frutta e verdura, legumi, olio di oliva in grandi quantità, cereali integrali, latticini freschi (soprattutto yogurt) e piccole quantità di pesce, pollame e vino. In pratica si trattava di una dieta vegetariana non rigida o di una dieta onnivora con scarso apporto di proteine animali. Basta questo per definire la dieta mediterranea?
No, anche volendo circoscrivere la definizione al sistema di alimentazione descritto da Keys, non basta fermarsi al menù della dieta mediterranea. Bisogna considerare anche altri fattori, come:
- La qualità del cibo
- L’attività fisica
- Il significato sociale del nutrirsi
Secondo uno studio pubblicato sull’Iranian Journal of Public Health da ricercatori italiani, ciò che conta nella dieta mediterranea è anche l’esperienza del gusto, il piacere derivato dal mangiare assieme e un mix di tradizioni, storia e contatto con la natura.
La dieta mediterranea non esiste più
Se parliamo di qualità del cibo, non possiamo fare a meno di notare che la ricerca di Keys appartiene ad un mondo perduto, a un tempo in cui la frutta e la verdura, soprattutto a Nicotera e nell’allora molto povero Sud, non erano coltivate con l’ausilio di pesticidi, insetticidi e altre sostanze. Non c’erano industrie o altre fonti di inquinamento massiccio di aria, terreno e acqua. Si rispettava la stagionalità delle coltivazioni e il clima terrestre non era ancora giunto in una fase terminale, come quella che viviamo.
L’attività fisica era garantita dal tipo di vita che veniva condotto dagli abitanti delle zone studiate, in Italia così come in Grecia. Si camminava, si faceva molto lavoro fisico, ci si esponeva al sole e all’aria aperta. La civilizzazione non aveva ancora snaturato il rapporto tra la persona e il suo ambiente.
Gli animali venivano allevati, sfruttati e uccisi, allora come oggi, ma senza la crudeltà gratuita e continuando a percepirli come esseri viventi, non ancora come oggetti, pezzi, numeri, profitto. Mangiare proteine animali non significava intossicarsi di antibiotici o tossine varie, come scopriamo ogni giorno grazie alle varie inchieste e indagini (vedi il caso Amadori).
Il rapporto con la Natura era necessariamente fondato sul rispetto, perché da una terra sfruttata senza scrupoli, non nasceva nulla. Il rapporto con la Natura coinvolgeva tutti perché era un rapporto reale, tangibile e visibile. I prodotti della terra si acquistavano non troppo lontano da dove venivano colti e pressoché chiunque aveva un minimo di esperienza diretta di rapporto con le risorse naturali, per tradizione o esigenza.
Il rapporto con la Natura era stretto, fisico e percettivo, così come quello tra le persone, in una vita sociale reale condivisa, anche a tavola. I pasti erano momenti di convivialità e rafforzamento delle tradizioni e dei legami familiari e interfamiliari. Il cibo aveva un significato simbolico che andava ben oltre la pornografia culinaria alla quale siamo sottoposti oggi. L’alimentazione era l’unico modo per sostenere corpo e mente e per mantenere una buona salute, ma era anche il modo per celebrare i riti che scandivano la vita personale, famigliare e sociale.
Questa potrebbe essere una descrizione fedele di quella che Keys definì Dieta Mediterranea. Negli anni tuttavia questa cornice socioculturale è cambiata completamente e con essa il tipo di alimentazione che spesso si fregia senza diritto del titolo di “migliore dieta al mondo”
La Dieta Mediterranea di oggi non fa bene, anzi, uccide
Quella che oggi viene considerata una tipica dieta mediterranea, è in realtà il frutto di un rapido cambiamento delle abitudini alimentari e sociali che ha investito in particolare l’Italia nel secondo dopoguerra, proprio a partire dagli anni in cui Keys pubblicò i suoi studi.
Le abitudini alimentari degli italiani adesso includono il consumo quasi esclusivo di prodotti confezionati o coltivati intensivamente, ricchi in ogni caso di additivi, appesantiti da zuccheri e sodio, colorati con sostanze che sono state giudicate cancerogene (vedi il colorante E 150 d utilizzato nella Pepsi e in altri prodotti) e pregni di grassi saturi.
La frutta e la verdura che consumiamo non sono nemmeno lontane parenti di quelle che consumavano gli abitanti di Nicotera fino agli anni ’60. lo stesso possiamo dire dei cereali e dei prodotti della panificazione, come tutti i farinacei. Le farine attuali sono tutte raffinate, sbiancate e provengono da cereali che sono stati modificati geneticamente negli anni per ottenere delle piante più resistenti e delle farine più collose, più facilmente lavorabili. La colla della farina non è nient’altro che il glutine, che adesso è molto più presente a discapito di sostanze molto più nutrienti dei cereali come il germe o la crusca.
LEGGI “L’ANSIA TRA I SINTOMI DELL’INTOLLERANZA AL GLUTINE”
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Il boom di celiachia, allergia e intolleranza al glutine dovrebbero almeno destare dei sospetti. Consumiamo troppi farinacei e questi contengono troppo glutine. Il risultato è un aumento di malattie legate al funzionamento dell’intestino, le cui pareti vengono distrutte dagli anticorpi che cercano di metabolizzare il glutine. Colite ulcerosa, morbo di Crohn, ansia, depressione, stanchezza cronica e molti altri sono i disturbi legati anche alla sola gluten sensitivity, che secondo i dati non è stata ancora diagnosticata al 99% delle persone che ne soffrono.
I rischi della dieta mediterranea di oggi
Non mangiamo gli stessi alimenti dei nostri predecessori, non cuciniamo le stesse ricette con le stesse materie prime e non facciamo nemmeno la loro vita. Non siamo attivi e non viviamo a contatto con la natura, non ci riuniamo a pranzo e non condividiamo il momento dell’alimentazione con un valore simbolico. Mangiamo spesso isolati, anche perché le nostre quotidianità sono caratterizzate dall’alienamento. Mangiamo di fretta cibi spazzatura o precotti, non camminiamo e appena possiamo, prendiamo l’ascensore anche per scendere le scale.
Questo tipo di dieta mediterranea moderna, ricchissima di zuccheri grazie a merendine, snack e bevande, ma anche ad altri prodotti insospettabili (vedi i bastoncini di pesce che tra le mille cose, contengono anche zucchero), ci sta uccidendo. La dieta mediterranea uccide i nostri bambini, in particolar modo al Sud, ironia della sorte, lo stesso Sud che era preso come esempio virtuoso da Ancel Keys. Gli studi riportano come il 35% degli italiani sia in sovrappeso e 700 milioni di persone al mondo siano obese. In Europa il 60% degli adulti e il 20% dei bambini è in sovrappeso.
Uno studio riporta che i tassi maggiori di sovrappeso ed obesità in Italia tra gli adulti, riguardano le regioni meridionali: “secondo i parametri IOTF circa il 36% dei bambini ha un eccesso di massa corporea. L’eccesso di peso e, in particolare, l’obesità, sono riconosciuti come fattori determinanti per le malattie non trasmissibili, in particolare diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione e tumori (Mazzocchi, 2005). La Sicilia è tra le regioni italiane a più alta incidenza di obesità infantile ed adolescenziale. Una indagine condotta nel 2010 dall’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del Sistema di sorveglianza su alimentazione e attività fisica nei bambini della scuola primaria, denominato “OKkio alla SALUTE”, ha reso noto come, nell’isola, il 23,6% dei bambini in fascia di età tra gli 8 ed i 9 anni siano in soprappeso ed il 12,9% siano obesi. Viene stimato, inoltre, che i bambini tra i 6 e gli 11 anni in eccesso ponderale in Sicilia siano circa 113.000 e di questi quasi 40.000 obesi.”
L’obesità, come già sottolineato, è un fattore di rischio per molte malattie croniche e mortali ed è anche strettamente legata all’ansia e alla depressione, oltre che ampiamente supportata dal consumo su larga scala di cereali e glutine. Lo studio riportato sopra dimostra che il consumo di derivati dei cereali in Italia è strettamente legato agli alti tassi di obesità e l’obesità uccide, lo sostiene l’OMS. Negli anni 90 fino a 325.000 persone all’anno son morte negli Stati Uniti per problemi legati all’obesità
e 582.000 nel 1980 a causa di regimi alimentari scorretti. Sono 1600 persone al giorno; 1 decesso su 4 era causato da diete sregolate.
La settimana della Dieta Mediterranea
Questa è la settimana della Dieta Mediterranea e sono molte le iniziative per promuovere uno stile di vita sano e attivo, ma è anche diffusa la disinformazione tra gli stessi addetti ai settori. L’Ordine Nazionale dei Biologi promuove un’iniziativa di divulgazione e diffonde il monito di rivolgersi sempre a professionisti della salute per intervenire sull’alimentazione. Per questo offre un sistema di visite gratuite.
Il problema emerge nella piramide degli alimenti che lo stesso sito propone per illustrare quello che definiscono come “stile di vita mediterraneo”, piuttosto che dieta. Perfetta, se non fosse per la massiccia presenza di pane, pasta e farinacei che vengono inseriti alla base della piramide e che come abbiamo potuto vedere, sono legati all’obesità e ai problemi derivati dal consumo del glutine.
Un altro appunto è da fare per quanto riguarda gli zuccheri e i dolciumi, che potrebbero essere tolti dalla cima della piramide o meglio sostituiti da alimenti come il miele e dessert a base di frutta, se proprio necessario. Ma è la mancata specificazione dell’origine e della qualità dei prodotti, della stagionalità e territorialità di frutta e verdura che costituisce il problema principale, lo stesso che spesso affligge molti professionisti. Non si fa riferimento ai rischi dei pesticidi, del sodio, dello zucchero.
Non sono molti i medici, biologi o nutrizionisti che prendono una seria posizione contro i prodotti confezionati, industriali, ultra-lavorati, contro l’agricoltura intensiva e l’utilizzo di pesticidi, che come il glifosato, si dimostrano cancerogeni. Sembra mancare un approccio olistico, eclettico, una visione ampia e consapevole della questione alimentazione in generale. Un’alimentazione che come sostengono, non può essere slegata da uno stile di vita attivo, sano, legato alla natura, alle tradizioni e alla socialità.
Spetta a noi scegliere se vivere come i cittadini di Nicotera degli anni ’60 oppure come quelli di New York e spetta a noi scegliere se continuare a mitizzare una Dieta Mediterranea falsa per arricchire i grandi produttori industriali e ammalarci con la buona fede e il campanilismo oppure fare delle scelte critiche, prendere quelle posizioni scomode che in molti non vogliono prendere, per interesse o chiusura intellettuale.
La vera Dieta Mediterranea non uccide e non uccideva, era il nostro sano modo di goderci i piaceri della vita, scongiurando morte e malattie con gusto e quello stile che all’estero ancora ci invidiano.