In calo la richiesta di pelliccia, una speranza per il futuro di milioni di animali

La Cina è da diversi anni il più grande fornitore a livello globale di pelliccia e cuoio per l’industria dell’abbigliamento, ma dal 2013 sta facendo i conti con una costante diminuzione della domanda di questi prodotti: lo rivela un rapporto del China News Service, che spiega come il Paese sia costretto ad accumulare quotidianamente centinaia di migliaia di pezzi nelle celle di stoccaggio, dove rimangono inutilizzati.

Numerose indagini hanno rivelato come i produttori cinesi allevino e torturino cani, gatti e conigli per ricavarne il pelo e la pelle attraverso le più terribili torture: sul web non mancano filmati che testimonino come questi animali vengano picchiati a morte o, ancora peggio, scuoiati vivi per ottenere il meglio della loro preziosa pelliccia. Ma qualcosa sta cambiando: oltre a una sempre minore richiesta, diversi responsabili di grandi marchi di abbigliamento internazionale, dopo aver visionato alcuni di questi filmati, hanno scelto di eliminare la pelliccia dalle loro collezioni.

Anche in Italia, però, c’è aria di cambiamento: secondo l’AIP (Associazione Italiana Pellicceria) la produzione nel nostro Paese sarebbe in calo, seppure sostenuta dall’esportazione negli USA e in Giappone. Ma i numeri fanno ben sperare: ad oggi gli allevamenti di visoni – la pelliccia italiana più richiesta all’estero – sono “soltanto” 21, mentre fino agli anni ’70 se ne contavano addirittura 150. Però sono state depositate in Parlamento tre proposte di legge, che attualmente sono in attesa di approvazione, per vietare l’allevamento destinato alla produzione di pelliccia sul nostro territorio. Le associazioni LAV e Essere Animali hanno lanciato recentemente un appello al Parlamento – la cosiddetta “manovra salva visoni” – perché provveda al più presto a fermare questa mattanza.

Tutto ciò dimostra come sempre più consumatori – e, di conseguenza, produttori – non vogliano più sovvenzionare un settore che rinchiude, tortura e uccide centinaia di migliaia di anime innocenti ogni anno solo per vanità. Non è un caso che la moda stia abbracciando sempre di più la causa vegan: in Italia è stato recentemente promotore di questa rivoluzione lo stilista Giorgio Armani, che ha deciso di eliminare per sempre le pellicce animali dalle proprie creazioni, ma speriamo che tanti altri colleghi lo seguano presto in questa svolta etica.

Perché, a differenza delle pellicce, la compassione è sempre di moda.

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