Ogni specie animale vede il mondo intorno a sè in modo diverso: la vista risulta essere più o meno sviluppata in base alle esigenze per la sopravvivenza
Vi siete mai domandati “Ma il mondo è veramente così come lo vediamo noi? Quei colori sono veramente quelli effettivi?”? La risposta è sì, ma è curioso sapere come gli animali hanno una visione anche molto diversa, dalla nostra ma anche tra di loro. Proviamo a vedere quali sono queste differenze e a cosa sono dovute.
Come tutti sappiamo l’occhio è l’organo deputato alla vista; la parte di questo sensibile alla luce è la retina, la quale presenta cellule specializzate chiamate fotorecettori. Esistono due tipi di fotorecettori: i bastoncelli consentono la visione notturna, mentre i coni quella diurna (perchè si adattano alla luce permettendo di distinguere dettagli e colori); i coni a loro volta sono suddivisi in tre sottoclassi garantendo una visione tricromatica. Quest’ultima è una prerogativa dell’uomo e di tutti i primati.
Per capire meglio passiamo in rassegna diverse specie animali:
CANE
Discendendo dal lupo, presenta una maggior quantità di bastoncelli rispetto ai coni, fondamentale questo per cacciare di notte: la loro vista quindi migliora quando la luce è soffusa. I colori risultano inoltre sbiaditi (sfumature del blu e del giallo, gli unici due colori che riescono a percepire bene), non riescono a distinguere nettamente tutti i dettagli, ma vedono oggetti in movimento anche a grandi distanze.
GATTO:
Avendo solo due tipi di coni, il gatto presenta una visione dicromatica: vede solo blu e verde; solamente di notte, grazie ai bastoncelli, è in grado di distinguere anche il nero dal grigio e il bianco. La causa della scarsa visione diurna è la presenza “tapedum lucidum”, strato di cellule localizzato dietro la retina, che riduce l’acutezza visiva di giorno aumentandola esponenzialmente invece al buio (in tale condizione vede persino 8 volte meglio di noi umani). Hanno inoltre un campo visivo di 210° (quello dell’uomo è di 180°).
RAPACI:
Questi uccelli presentano una vista fenomenale, non a caso abitualmente si dice “occhio da falco”quando qualcuno riesce a vedere bene anche ad una certa distanza. Aquile e falchi presentano occhi enormi rispetto alla testa; inoltre nella parte centrale presentano una zona chiamata “fovea”dove i fotorecettori sono molto concentrati e permettono ingrandimenti anche 2,5 volte maggiori rispetto all’uomo (visione “telescopica”). L’aquila ha un’ottima vista di giorno, a differenza di gufi e civette che vedono meglio di notte. I rapaci come tutti gli uccelli, distinguono bene i colori, e questo è dimostrato anche dalle formidabili livree che spesso li contraddistingue, perchè come spiega Giulio Melone, zoologo dell’Università di Milano “Altrimenti a cosa servirebbero, dal punto di vista evolutivo, questi coloratissimi piumaggi?” (e infatti, come abbiamo più volte ripetuto, in natura nulla è dovuto al caso)
TALPA:
Questo animale merita un discorso a parte, soprattutto per sfatare il mito “essere ciechi come una talpa”: la talpa non è cieca! (come si credeva fino al secolo scorso) Ci vede sì molto molto molto poco, praticamente distingue solo la luce dal buio, ma vivendo in tane sotterranee questo è tutto ciò che le serve; in compenso ha un olfatto formidabile che le permette di distinguere lombrichi anche al buio.
INSETTI:
Gli insetti sono dotati di occhi composti (o ocelli) posti lateralmente al capo e in numero variabile a seconda della specie (da uno a 20mila, e tanto sarà maggiore e più la vista sarà migliore). Tali occhi composti a loro volta sono formati da tanti occhi elementari (gli ommatidi), ognuno dei quali si trova in posizione fissa. Quella degli insetti è una visione per apposizione: l’immagine che entra nel campo visivo è percepita come tante piccole immagini poste una di fianco all’altra, come a formare un puzzle. È per questo che riescono a percepire anche movimenti quasi impercettibili, e movimenti per noi velocissimi loro li rilevano come tante immagini fisse; ecco perchè è una vera e propria impresa acchaipparli! Fra gli insetti che vedono meglio ci sono le mosche, le libellule, le api. Le api e le farfalle sono anche in grado di vedere gli ultravioletti (cosa non concessa all’uomo): le prime sono dotate di 2 pigmenti (rosso, glu, giallo) e quando i petali sono colpiti dalla luce ultravioletta, creano disegni spettacolari a noi non visibili ma che attirano le api verso il nettare; nelle farfalle invece questa caratteristica permette di distinguere i maschi dalle femmine.
SERPENTI:
Questi animali sono dotati invece di recettori termici posti sotto gli occhi e che permettono di individuare prede a sangue caldo; l’immagine ad infrarossi viene unita nel cervello a quella data dagli occhi, ottenendo così un’unica immagine.
E per chi è convinto che i tori vengano innervositi dal colore rosso, ahimè, mi dispiace deluderlo: questi animali non distinguono i colori, ma ciò che li eccita durante le corride è il drappo sventagliato dal torero.
E ce ne sono tante altre di differenze su come gli animali vedono il mondo che li circonda, basta pensare ancora ai pesci, ai crostacei, ma anche alle differenze presenti nelle diverse specie di una stessa classe; tra gli stessi mammiferi sono sorprendenti. Ma ritengo che il miglior modo per concludere tutto questo lungo discorso è sottolineare che forse non esistono animali che vedono meglio o peggio, ma l’evoluzione ha garantito agli animali caratteristiche visive adatte al loro habitat ed alle loro necessità per sopravvivere; vedono nel modo migliore per loro. È questo secondo me che rende tutto più affascinante.
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