Quindici CFP, crediti formativi professionali, riconosciuti dall’Ordine degli Architetti di Genova: tanto vale il corso base di Feng Shui che si svolgerà a Genova il 24 e 25 settembre 2016. Il seminario è aperto a tutti ma per gli architetti può confluire nel monte ore di formazione continua obbligatoria.
In Cina, il Feng Shui è ormai da anni entrato ufficialmente anche all’Università, sdoganando finalmente le false credenze che – persino nella sua patria natale – lo riguardano, ovvero che sia solo un insieme di superstizioni e ridicoli rituali: di fatto è una vera e propria scienza che studia l’ambiente, la nostra relazione con esso ed ha una ricca dotazione di strumenti e modelli per leggere il quadro presente e intervenire con efficacia sia su situazioni di scenario-paesaggio, che più particolari, dall’abitare “professionale” (uffici, industrie, società eccetera) a quello personale (casa).
Creative Feng Shui e Italian Accademy of Feng Shui sono le prime ad aver ottenuto la possibilità di erogare crediti formativi: era decisamente ora ma… cosa sta succedendo? Ne parliamo con Roberta Fioretti, architetto, docente di Feng Shui.
“Si tratta di una importante novità. Se gli Ordini degli Architetti, non solo della Liguria ma di altre regioni italiane, stanno accogliendo la nostra proposta di corsi di formazione sul Feng Shui vuol dire soprattutto che la proposta è matura. Il grande lavoro svolto negli ultimi anni ha portato ad un ottimo risultato. Al livello didattico i Principi Fondamentali del Feng Shui vengono insegnati da un punto di vista scientifico nel senso che sono basati sulla sperimentazione finalmente liberi da contaminazioni culturali, popolari, superstiziose, religiose che per troppo tempo hanno privato questa materia interdisciplinare della assoluta dignità che le compete.
Specialmente gli architetti che lavorano con l’urbanistica, con lo spazio in generale, con il comfort ambientale, sempre più con i sistemi tecnologici per la gestione climatica interna agli edifici, con una elevata attenzione al risparmio energetico, alle energie rinnovabili, ai sistemi ecosostenibili, ecc. hanno l’opportunità di recuperare gli strumenti, squisitamente umani, per osservare e valutare tutto questo da un punto di vista completamente nuovo, anzi, per niente nuovo, innato e primitivo, precedente a qualunque altro, purtroppo dimenticato. Questi stessi Principi del Feng Shui sono ritrovabili nei trattati dei padri dell’architettura occidentale, uno per tutti Marco Vitruvio Pollione che già nel 15 a.C. scriveva nel De Architectura, che l’architettura oltre a rispondere alla famosa triade: firmitas, utilitas e venustas, deve essere imitazione della natura e gli edifici devono essere inseriti armoniosamente nell’ambiente naturale”.
Perché mai un architetto dovrebbe considerare, tra le diverse opzioni di formazioni continua, lo studio del Feng Shui?
“Il Corso di Feng Shui costituisce l’opportunità di vivere un’esperienza. Non si tratta solamente di imparare, di acquisire nozioni, di capire come fare qualcosa. Lavorare con il Feng Shui aiuta a comprendere i motivi per i quali ci sentiamo più a nostro agio in determinati ambienti e perché altri, per quanto apparentemente ben progettati, ci risultano inospitali; oppure perché un museo è fruibile e accattivante con forme irregolari a volte estreme mentre un’abitazione è preferibile dalle forme regolari. Il Feng Shui è inoltre uno strumento molto potente per aiutare anche gli architetti più estrosi a soddisfare la loro plastica creatività nel progettare quartieri, edifici o spazi urbani che vengano felicemente abitati evitando di creare ambienti magari esteticamente validi ma invivibili ai più. Il Feng Shui non riguarda l’Oriente e la Cina da cui proviene ma costituisce le radici dell’evoluzione dell’essere umano, delle sue esigenze, della sua relazione con le forme e la natura del territorio in cui vive”.
Qual è la sua esperienza personale di architetto e consulente Feng Shui?
“Per diventare un Consulente di Feng Shui non è indispensabile essere un architetto, basta appartenere alla specie homo sapiens. Ma chi sceglie di diventare un architetto, senza forti condizionamenti esterni, ha innata una sensibilità particolare alle conformazioni ambientali; percepisce le informazioni che derivano dall’ambiente e spesso ha l’abilità inconsapevole ad adattarsi in maniera naturale ad esse. Diventare architetto però non sempre rende esperti nel comprendere e gestire le relazioni tra uomo e ambiente anzi, la mia esperienza mi insegna che la nuova architettura tende per lo più ad esprimersi concentrandosi su singoli aspetti (ora il risparmio energetico, ora il design, ora l’eco-sostenibilità ecc.) ma ho l’impressione che non riesca, se non in pochi eccellenti casi, a mantenere una visione d’insieme.
La costante preoccupazione di rappresentare innovazione e progresso, allontana sempre più l’Architettura dall’uomo dimenticando di essere una Scienza al suo servizio. Il Feng Shui è stato per me una grande opportunità. Ho iniziato a studiare il un po’ per caso e non nascondo che all’inizio nutrivo una certa diffidenza. Avevo letto alcuni libri le cui premesse, ricche di stimolanti presupposti, naufragavano in banali o incomprensibili proposte applicative. Mi sono appassionata e le risposte a tante domande lasciate in sospeso sia dagli studi accademici sia dalla professione, salivano spontaneamente alla mia coscienza presentandomi soluzioni progettuali inesplorate. Così ora nelle mie consulenze contemplo sempre la corretta e opportuna relazione tra ambiente ed edificio e tra edificio e abitanti sia che si tratti di un immobile residenziale, lavorativo o di uno spazio esterno”.