Il cammello sopravvive in un ambiente inospitale come il deserto grazie a sue caratteristiche fisiche e fisiologiche, e l'uomo grazie alla presenza del cammello
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L’evoluzione degli animali nel corso dei secoli e millenni ha permesso loro di adattarsi ai diversi habitat della Terra, anche quelli (apparentemente) più ostili; forse quello che potrebbe sembrare il più inadatto alla sopravvivenza di esseri viventi è il deserto, ed invece anche qui alcune specie animali, grazie a delle loro peculiari caratteristiche fisiche e fisiologiche, sono in grado di viverci senza particolari difficoltà. Uno tra questo è il cammello.
Il cammello (Camelus bactrianus) è in mammifero appartenente alla famiglia dei Camelidi. È diffuso nelle zone desertiche e steppose dell’Asia centrale e orientale (non in Africa, dove si trova invece il suo “cugino” dromedario).
Ma quali sono queste straordinarie caratteristiche del cammello che rendono possibile la sua sopravvivenza nel deserto?
LE GOBBE
Le due voluminose protuberanze presenti sulla groppa non sono “serbatoi d’acqua” come da credenza popolare, ma riserve di grasso che fungono da risorsa di energia e liquidi (acqua che viene prodotta durante i processi di demolizione di questi depositi) per far fronte ai periodi di scarsa disponibilità di cibo; infatti, man mano che i giorni passano e le riserve vengono utilizzate, queste gobbe si svuotano diventando flosce e pendule (è dalla forma delle gobbe che si può quindi intuire lo stato di nutrizione dell’animale)
FORTE ADATTAMENTO ALIMENTARE
Il cammello è principalmente un erbivoro, ma in caso di necessità si nutre anche di piante irte di spine. Quando la vegetazione scarseggia mangia anche carne, pelle, ossa di altri animali, fino al caso estremo di corde, scarpe, tessuti.
CAPACITA’ DI CONSERVARE I LIQUIDI
– non sudano quasi mai in quanto sono in grado di adattare la loro temperatura corporea a quella esterna, facendola oscillare tra i 34°C ed i 42° C
– i reni producono urina molto concentrata
– il colon è in grado di riassorbire molta acqua (le feci del cammello infatti sono molto disidratate)
– quando ne ha la possibilità, questo animale in una decina di minuti riesce a bere fino ad un centinaio di litri d’acqua, e senza che l’organismo ne risenta (il suo sangue resiste ad elevate variazioni di pressione osmotica senza incorrere in una intossicazione d’acqua
– presentano una elevata glicemia (il glucosio nel sangue riduce la perdita di liquidi)
– possono perdere anche fino al 25% del loro peso in acqua senza gravi conseguenze per l’organismo
– possono bere anche acqua di mare per la capacità dei reni di usare acqua con un’elevata concentrazione salina
Tutto questo gli permette di sopravvivere senza bere anche per un mese.
CAPACITÀ DI RESISTERE ALLE ELEVATE ESCURSIONI TERMICHE DEL DESERTO
Nel deserto la temperatura varia dai 60°C circa durante l’estate ai -20°C in inverno. Per proteggersi i cammelli possiedono un mantello molto lungo e folto durante i mesi gelidi che viene perso quando si innalzano le temperature con il cambio di stagione. Inoltre ha un corpo che gli permette di immagazzinare calore durante il giorno, da sfruttare poi durante la notte, quando la temperatura cala considerevolmente (come detto precedentemente, grazie alla capacità di adattare la propria temperatura corporea a quella ambientale)
Inoltre il cammello possiede:
– dei cuscinetti plantari che gli permettono di camminare sulle rocce ma soprattutto sulla sabbia senza il rischio di sprofondare (il cammello può raggiungere un peso di 450-700 kg, al quale si somma quello di ingenti carichi che molto spesso deve trasportare da una parte all’altra del deserto)
– narici che si chiudono e una doppia fila di lunghe ciglia in grado di proteggere cavità nasali ed occhi durante le tempeste di sabbia; anche le orecchie sono piccole e dotate di folti peli
– formazioni callose a livello del petto e delle articolazioni delle zampe che fanno da cuscinetto quando l’animale si riposa a terra
Tutte queste caratteristiche permettono quindi al cammello di vivere in un ambiente tanto inospitale come il deserto; e come poteva l’uomo non servirsene a proprio vantaggio? E’ proprio grazie all’esistenza di questi animali che gli uomini hanno avuto la possibilità di vivere a loro volta in queste zone dove la sopravvivenza è estremamente difficile: il cammello, oltre a presentare una notevole forza e resistenza ed essere così utilizzato come animale da soma, è fonte di latte, lana, carne, pelle, grasso (quello delle gobbe), sterco (usato per il riscaldamento); viene persino considerato un simbolo di ricchezza. Possiamo quindi definirlo una specie quasi totalmente addomesticata, infatti sono veramente pochi gli esemplari selvatici, meno di mille tra Mongolia e Cina, tanto da essere ritenuti questi ultimi animali a forte rischio estinzione.
Quindi una piccola riflessione per concludere. Il cammello credo possa essere considerato un evidente esempio di come l’uomo abbia sempre avuto la capacità di sfruttare a proprio vantaggio ogni piccolo tassello di quel grande puzzle che è la Natura (volutamente scritto in maiuscolo), sia nel regno animale sia in quello vegetale e minerale (e vogliamo aggiungere anche quello “spaziale” visto che ormai non riesce più nemmeno ad accontentarsi di ciò che gli offre il nostro pianeta?); se ne è sempre servito, ma senza mai dimostrarle gratitudine e rispetto., anzi distruggendo molto spesso la sua straordinaria bellezza La cosa che non riesco proprio a capire è però essenzialmente solo una: come mai la specie umana non riesca a rendersi conto del fatto che tutte le ricchezze prima o poi si esauriscono? Mancata consapevolezza? Ne dubito. Una frase che ho sentito qualche giorno fa mi ha colpito e mi ha fatto riflettere (spero anche a voi): l’uomo ha bisogno della natura, ma la natura non ha bisogno dell’uomo.
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