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Anche se può suonare strano, la storia della Cannabis è strettamente legata a quella dell’umanità, ed è stata una delle prime piante ad essere addomesticata e coltivata. Solo nell’ultimo secolo, dopo il proibizionismo e la cancellazione volontaria dai libri e dalla cultura popolare in Europa ed Americhe, di ogni sua virtù ed utilizzo, la Cannabis viene associata unicamente al suo potere allucinogeno e all’abuso di stupefacenti.
Questo ha “stranamente” coinciso con l’avvento nell’industria e nella nostra vita del nylon, della plastica e d tutti i derivati dal petrolio, che a prezzi molto più bassi dovevano sostituire la canapa e tutti i materiali da lei derivati nella vita delle persone.
Oltre ad essere utilizzata come materiale per la tessitura, per l’edilizia, per ottenere carta e come medicinale, la Cannabis è anche un’importante fonte di cibo. La cosiddetta Marijuana e la canapa sono varietà della stessa pianta, la Cannabis sativa. A distinguerle e a permetterne in Italia la coltivazione per motivi tessili o industriali di queste piante è unicamente la concentrazione dei principi attivi i cannabinoidi (Tenore di THC inferiore allo 0,2%) mentre nelle piante che vengono utilizzate come droga arrivano al 10 -20%.
Molti ignorano quali incredibili proprietà abbiano i semi di questa pianta nel mantenimento della salute umana se utilizzati come cibo (non mi addentro nelle proprietà terapeutiche della pianta intera). E in tutta legalità, perché i semi di canapa non contengono mai THC , ma sono ricchi di vitamina D (necessaria per l’assorbimento del calcio), acidi grassi essenziali per il nostro organismo (Omega 3, Omega 6), importanti nella prevenzione di patologie cardiache e della pelle oltre a contenere edestine (dal greco “edibile”) delle proteine molto simili a quelle contenute nel plasma del nostro sangue e altamente benefiche.
Dai frutti (e dai semi che contengono) viene estratto un olio, è ottenuta una farina e si possono consumare i semi decorticati come mandorle, nocciole e altra frutta secca.
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L’olio di canapa presente per circa il 30% nei semi di canapa, contiene circa il 75% di acidi grassi polinsaturi essenziali, come gli acidi linoleico e linolenico, nella giusta proporzione per favorire il ricambio cellulare, ed inoltre dal 2% al 4% di gamma linolenico, che contribuisce al mantenimento del sistema ormonale ed al ricambio dei lipidi. Non dovrebbe mancare sulla tavola di vegetariani e vegani soprattutto.
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Il sapore è particolare, ma non sgradevole, in particolare se si impara a cucinarla nel modo giusto, l’unico limite è che per non perdere le proprietà nutritive dell’olio e dei semi decorticati è bene consumarli senza previa cottura, e conservarli in frigorifero una volta aperta la confezione. L’olio lo uso per condire insalate e fare una specie di pesto alla genovese dal sapore particolare, mentre utilizzo la farina di canapa per preparare dei panini molto buoni e a lievitazione rapida con birra e yogurt. Oppure i semi per fare salse e creme.
Mentre quando trovo i semi non decorticati, li mischio a pane e focacce prima di cuocerli, sono più resistenti, un po’ come i semi di sesamo e lino. Sono anche loro privi di cannabinoidi e quindi liberamente li potete comprare ed utilizzare, sono presenti anche nel cibo per cocorite ed altri uccelletti perché fanno bene al piumaggio.
L’importante è non seminarli per non violare la legge.
Bibliografia
http://www.beyondpeak.com/hemp.html