Come amare la scienza attraverso esperimenti con frutta e verdura! Imparare in modo felice si può!
Il tema dei compiti delle vacanze continua ad appassionare. È del 26 luglio un’inchiesta del Fatto quotidiano se siano giusti o no: a giudicare dalle testimonianze riportate, il trend sembra essere nettamente a favore del no.
Non solo genitori e studenti, ormai, sono contro questa pratica, divenuta un vero e proprio incubo, ma si levano voci autorevoli, come quella di Piero Dorfles, colto giornalista e critico letterario, noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione di Rai3 “Per un pugno di libri”.
Dorfles, che – come egli stesso ammette – ha sempre sistematicamente ignorato i compiti delle vacanze quando era studente, suggerisce che durante le vacanze sia affidato agli alunni “il compito di fare qualcosa che sviluppi la fantasia, la capacità di osservazione e la libertà creativa che di solito l’istruzione impedisce”.
In questo post cogliamo il suggerimento e raccontiamo modi divertenti di imparare la chimica, attraverso esperimenti con frutta e verdura. Spesso le materie scientifiche rimangono più indigeste per gli studenti, proprio perché scollegate dalla vita reale. Con questi esperimenti, si potrà capire come la chimica è intorno a noi, ogni giorno, e impararla ed amarla non è poi così difficile!
- ARACHIDI BOMBA
Le ARACHIDI sono combustibili, in quanto contengono moltissimo carbonio. Per capire come funziona la COMBUSTIONE, ossia la liberazione di energia termica, basta prendere delle arachidi senza guscio, una scodellina di alluminio (tipo quelle per fare il crème caramel), del fil di ferro da 50 cm, una pinza, un ago, un po’ di colla vinilica, 3 tappi di sughero e dei fiammiferi (o un accendino).
Innanzitutto bisogna realizzare il porta-arachide: basta infilare l’ago sulla punta di un tappo di sughero, fissarlo con un po’ di colla vinilica e lasciarlo asciugare.
Poi si passa a realizzare il bollitore: si deve incastrare i due tappi di sughero alle estremità del fil di ferro, poi avvolgere questo filo intorno alla scodellina di alluminio.
Bisogna poi mettere mezzo dito d’acqua nella scodellina, conficcare un’arachide nell’ago del porta-arachide, stando ben attenti che non si rompa, e infine accenderla con i fiammiferi o con l’accendino. Se l’arachide non si accende al primo colpo, niente paura: riprovate finché non prende fuoco. Quando ciò accadrà, mettete il bollitore sopra l’arachide, tenendolo per i manichetti di sughero, e aspettate che l’acqua arrivi ad ebollizione!
Da questo esperimento si evince come il carbonio dell’arachide (che in questo caso è il combustibile), grazie all’innesco provocato dalla fiamma del fiammifero, si è acceso prelevando dall’aria l’ossigeno (che in questo caso è il comburente). Nel bruciare, l’arachide ha liberato l’energia termica racchiusa in sé, scaldando l’acqua fino a farla bollire.
2. EDIFICI COLLANTI
Il DATTERO è un frutto proveniente dal Nord Africa, molto dolce, che viene fatto essiccare per farlo durare di più (lo zucchero, infatti, è un conservante naturale). In tempi antichi, in cui mercanti carovanieri passavano per il deserto per i loro traffici commerciali, il dattero costituiva una bella scorta di energia: più della metà di un dattero è fatta di zucchero e questo frutto può essere più calorico persino di un hot dog o di una porzione di patatine fritte! Perciò va mangiato con parsimonia. Noi, però, possiamo usarlo per un interessante esperimento, in cui impareremo la funzione del TRIANGOLO DI SCARICO.
Innanzitutto formate una torre composta da 4 datteri. Prima di impilarli l’uno sull’altro, schiacciateli e appiattiteli. Formate un’altra torre della stessa altezza e poi inclinate le due torri una verso l’altra fino a farle toccare.
Ora costruite altre due torri formate ciascuna da 4 datteri, ma invece di inclinarle l’una verso l’altra, lasciatele parallele e sistemate in cima un dattero che funga da “passerella”.
Infine, provate a far crollare le due diverse torri. Quale crollerà per prima? Molto probabilmente la seconda. Perché? Osservando le due costruzioni, si vedrà che la prima forma una piccola galleria a forma di triangolo, mentre la seconda forma una galleria a forma di rettangolo. Il triangolo ha una struttura più stabile del rettangolo: infatti le capanne, le tende canadesi e i castelli di carte sono triangolari, così come possiamo ritrovare il triangolo di scarico in alcune famosissime porte dell’antichità, come quella dei Leoni a Micene, in Grecia. La sua funzione, infatti, era quella di scaricare il peso del portale ai lati della costruzione, per renderla più leggera, ma anche più solida.
3. GIÙ COI FAGIOLI!
Come imparare il concetto di gravità? Semplice: anche le piante percepiscono la gravità! Infatti le radici crescono verso il basso, mentre la pianta va verso l’alto. Per capire come funziona questo splendido meccanismo che regola l’universo, basta prendere un fagiolo fresco, uno stecchino, un bicchiere, un batuffolo di cotone idrofilo, un cartoncino e un paio di forbici.
Innanzitutto riempite il bicchiere d’acqua e immergetevi il fagiolo per un paio di giorni. Dopodiché, bagnate il cotone idrofilo, appoggiateci il fagiolo e fissatelo con lo stecchino a un pezzo di cartoncino. Mettete in verticale il cartoncino appendendolo da qualche parte come se fosse un quadro.
Col passare dei giorni vedrete che comincerà a crescere la radice. Man mano che la radice cresce, ruotate il cartoncino, in modo che faccia pian piano un giro completo.
Diventerà così evidente che le radici si rivolgono sempre verso il basso, proprio perché soggette alla forza di gravità!
Questi ed altri divertentissimi esperimenti li trovate nel libro “Esperimenti con frutta e verdura” di Bianchi-Bugini-Monaco-Pompili, della casa editrice Editoriale Scienza. Sbizzarritevi a sperimentare con i bambini e vi accorgerete di quanto la scienza possa essere appassionante, se appresa in modo felice!