Dopo i tre anni bambini fuori dal lettone! Vediamo perchè sarebbe un'abitudine auspicabile.
Lettone sì o lettone no? Credo che questa sia per i neo genitori una domanda cruciale, che genera non pochi dubbi, soprattutto in questi ultimi anni in cui il concetto di bed sharing e co-sleeping si affacciano prepotenti.
Quando i figli sono piccoli, in età da allattamento, o comunque prima dei tre anni, dormire con i genitori può essere una scelta, a patto naturalmente che sia una scelta condivisa dalla coppia e non portata avanti con il malumore del papà.
Il nodo della questione si pone quando i bambini crescono e nel lettone ci finiscono di loro spontanea volontà, magari nel bel mezzo della notte, intrufolandosi tra le lenzuola e conquistando spazi sempre maggiori all’interno della coppia.
E’ giusto permettere loro questa “invadenza”? Fino a che età essere tolleranti? Ci sono tante famiglie con figli in età scolare che ancora dormono con mamma e papà!
Può sembrare cosa di poco conto, ma in realtà è una scelta che si rivelerà fondamentale dal punto di vista educativo.
Ho trovato molto interessante l’opinione di Daniele Novara, autorevole pedagogista e direttore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza.
“Il lettone è sinonimo di riservatezza e intimità» sostiene Novara «e per il bambino, avere la possibilità di accedervi liberamente rischia innanzitutto di creare una pericolosa idea di onnipotenza che, crescendo, potrebbe originare non poche difficoltà nelle relazioni con gli altri»
Nei loro primi anni di vita i bambini vivono in una sorta di narcisismo in cui vorrebbero letteralmente “controllare” i genitori ed è importante dare un freno a questo narcisismo infantile, perchè non sfoci in età adulta in un comportamento esageratamente egoistico e in una incapacità di relazionarsi in maniera sana con gli altri.
Poi c’è un aspetto che compete la sfera psico-sessuale e a cui forse non tutti i gentitori pensano. È la cosiddetta Fase Edipica, che i bambini vivono a partire dai 3 anni, in cui fantasticano su di un amore esclusivo verso il genitore dell’altro sesso, sentendo di conseguenza la rivalità con quello dello stesso sesso.
E’ una fase del tutto naturale, che ognuno di noi inconsapevolmente ha vissuto da bambino.
Il ruolo dei genitori e delle loro scelte è fondamentale affinché il bambino ne esca in maniera “indolore”.
Il genitore bersaglio dell’amore del bambino deve dimostrarsi accessibile alla sua conquista, ma facendo capire che non è lui il suo partner, il genitore “rivale” deve assolutamente dare importanza a questa fase e ai tentativi del bambino di sbaragliarlo, ma non deve permettergli di mettersi davvero al suo posto.
Ecco perchè mantenere l’idea del lettone come ambiente esclusivo della coppia genitori, sarà per loro di aiuto, eviterà di creare nella loro mente una confusione di ruoli.
Meglio quindi riservare alle coccole e agli scambi affettivi tra genitori e figli “un ambiente neutro, per esempio il divano o un tappeto, lasciando stare il lettone”, spiega Novara.
Alla fine di questo processo di crescita il bambino sarà costretto ad ammettere che tra la mamma ed il papà esiste un legame diverso da quello che lega lui a loro, dovrà affrontare la cosiddetta frustrazione edipica, necessaria per permettergli di riconoscersi davvero come figlio e per fare in modo che possa rivolgere in futuro le sue “attenzioni sessuali” fuori dalle mura domestiche.
Questa consapevolezza lo guiderà da adulto nella creazione di relazioni affettive sane e positive.