Il sale rosa dell'himalaya, le sue proprietà, gli effetti terapeutici e poi il sale viola, nero, blu di Persia e grigio di Bretagna. Come utilizzarli in cucina, per ricette raffinate e ricche di sapore. Gli abbinamenti con le carni, il pesce, le verdure e la frutta.
Oggi mi sono soffermata in un negozietto vicino casa e sono rimasta sorpresa dalle diverse varietà di sale esposte in bella vista sullo scaffale: ne esistono davvero di tutti i colori e per qualsiasi esigenza.
Sale iposodico: è quello cosiddetto a basso tenore di sodio. Si ottiene con l’aggiunta di cloruro di potassio. Non consiglio di usare questo tipo di sale poiché tende a rendere comunque insipide le pietanze con il risultato di spingere all’abuso. Meglio allora non salare affatto oppure optare per il sale tradizionale.
Sale iposodico Bio: è preferibile al sale tradizionale, ha un basso tenore di sodio grazie all’aggiunta di erbe aromatiche.
Sale blu di Persia: è un sale pregiato e molto raro. È molto ricco di minerali ed oligoelementi, ha un gusto pieno e deciso, salato ma poco persistente, gradevolmente speziato. Macinato al momento, è ottimo per ricette ricche di sapore. Il colore blu è dato dalla presenza di silvinite, minerale che normalmente si presenta di colore giallo o rosa e che soltanto rarissimamente prende la tonalità blu.
Sale grigio di Bretagna: è un sale ricco di magnesio e tanti altri sali minerali, povero di sodio rispetto al sale tradizionale, cosa che lo rende indicato anche per i soggetti ipertesi. Il colore grigio, è dato dalle particelle di argilla che contiene, ha un sapore che richiama l’alga Dunaliella Salina, presente nelle acque dell’oceano Atlantico. Ha un sapore ricco ma al contempo delicato, ottimo macinato al momento su carni rosse, pesci di mare, insalate ricche e crudité.
Nero di Cipro: si tratta di un sale raccolto nelle acque dell’isola di Cipro. Viene arricchito con carbone vegetale ottenuto dalla combustione delle cortecce di legno dolce, quali tiglio, betulla e salice responsabili del tipico colore. Il carbone vegetale, lo rende ottimo per la cura delle malattie intestinali, come meteorismo e aerofagia. Ottimo macinato al momento su uova, zuppe, carni e pesci bianchi ma anche su patate dolci. Questo sale, bello così com’è, è fantastico per decorare i piatti.
Rosso delle Hawaii: è il tradizionale sale da tavola di queste isole, dove viene chiamato alaea rouge. Prende il nome da un minerale naturale, un’argilla rossa di origine vulcanica che, durante l’essicazione al sole, si arricchisce di ferro conferendole il tipico colore rosso amaranto. Pensate che contiene ferro in quantità fino a cinque volte superiore rispetto a quello contenuto nel sale comune.Gli indigeni delle isole lo usano per condire i loro piatti tipici (come il Kalua Pig, il Poke e l’Hawaiian Jerky). Ha un sapore intenso e corposo, con richiami alle nocciole tostate. E’ottimo per carni alla brace ed arrosto. A me piace utilizzarlo anche solo per decorare i piatti!
Viola Kala Namak: è un sale da cucina fino, detto anche “Sanchal”. È estratto da miniere millenarie dell’India centrale. Ha un particolare sapore sulfureo, qualità che si perde se lo si aggiunge in cottura. Dato il suo basso contenuto di sodio, non sostituisce il comune sale da cucina. È ideale per condire uova, snack fritti, piatti etnici, zuppe, insalate e risotti agli asparagi. Particolarmente gustoso se utilizzato su mele o banane affettate e su macedonie con frutta tropicale.
Fior di sale (Camargue): è un sale molto pregiato, prodotto nel sud della Francia. È un sale grezzo, molto apprezzato dai grandi chef che lo utilizzano per ricette ricche di sapore come funghi, insalate, le zuppe di vegetali, le carni e i pesci pregiati. È un sale puro, non addizionato con conservanti, ha un ridotto contenuto di sodio e si presenta con grani più grossi rispetto al sale fino tradizionale.
Ma oggi voglio parlarvi del sale Rosa dell’Himalaya che, per le sue particolari proprietà merita un certo interesse.
È un sale marino fossile formatosi più di 200 anni fa, viene raccolto a mano (in seguito viene lavato e asciugato) presso le antichissime miniere di sale ai piedi dell’Himalaya.
È purissimo, non raffinato, non additivato, non sbiancato, non inquinato e naturalmente ricco di ben 84 sali minerali e oligoelementi (calcio, potassio, rame, zinco, ferro, zolfo, antiossidanti…).
Da recenti ricerche scientifiche risulta evidente che questi 84 elementi vitali essenziali sono indispensabili per mantenere il nostro corpo in perfetta forma e garantire il nostro benessere fisico.
Gli effetti terapeutici di questo sale sono molteplici e tutti riconosciuti dalla medicina ufficiale. È indicato per varie disfunzioni e patologie: reumatismi, artrosi, artriti, gotta, disturbi della digestione, ipertensione, affezioni renali; sciolto nell’acqua del bagno aiuta a contrastare gli antiestetici cuscinetti di cellulite, ancora, strofinato sulla pelle oltre a stimolare la circolazione, esercita una profonda azione esfoliante eliminando le cellule morte. In caso di affezioni delle vie respiratorie può essere utilizzato per inalazioni.
In cucina, per il suo sapore particolarmente delicato, è indicato per esaltare senza coprire il gusto di carni e verdure alla griglia, insalate e zuppe; alcuni grandi chef affermano infatti che “dà senza salare!”
La tipica colorazione rosa pallida, a volte tendente all’arancio è data dal suo alto contenuto di ferro. Al momento, non è disponibile un dato preciso sul suo apporto calorico che invece per il comune sale bianco è di circa 1 cal per cucchiaino.
L’AICA(Associazione Italiana Celiachia) inoltre, non fornisce dati precisi riguardo al contenuto di glutine.
Come il comune sale bianco, teme l’umidità, in casa va quindi conservato in un luogo fresco e asciutto. Io li sto sperimentando tutti, e voi? Provateli! J
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