Gioielli ecosostenibili in Capim Dourado, l'erba dorata o oro vegetale brasiliano: conosciamo meglio questo esempio di sostenibilità.
Mi sono imbattuta sul web, qualche tempo fa, in alcune fotografie di gioielli veramente molto belli e all’apparenza del tutto simili all’oro.
In realtà mi sono resa conto, solo dopo approfondimenti, della loro singolarità ed oggi ho deciso di parlarvene qui sul blog.
In Brasile, a nord est, nello stato del Tocantins si trova la microregione denominata Jalapão, dove si raccoglie e si lavora il CAPIM DOURADO, che in portoghese significa erba d’oro: una pianta (Synghonantus nitens) appartenente alla famiglia Eriocaulaceae, che nasce spontaneamente nel territorio, nota anche come oro vegetale e lavorata per la realizzazione di meravigliosi gioielli ed accessori.
Questa pianta inizialmente ha un colore verde, fiorisce a luglio con fiori bianchi e con una maturazione di un anno gli steli, che sono la parte utile della lavorazione, seccano e assumono l’aspetto e la brillantezza dell’oro, che dura nel tempo, non mutando neanche a contatto con l’acqua.
Il capim dourado viene raccolto solo una volta all’anno, fra i mesi di settembre e novembre e la procedura è sostenibile, assai attenta e meticolosa, tale da non sradicare le rosette e lasciare sul terreno i semi, al fine di rinnovare la produzione.
E’ salvaguardato dalla legislazione del Jalapão, grazie alla sua Agenzia per l’Ambiente e l’esportazione al di fuori del suo habitat naturale e della regione è considerata illegale
Come avviene la lavorazione? Dopo un riposo di due giorni per permettere l’asciugatura, la fibra viene immersa nell’acqua per farla diventare più flessibile e pronta alla cucitura.
Per intrecciare e cucire gli steli si usavano filamenti resistenti contenuti nel tronco della palma buritì , diffusa appunto in Brasile, ma la tecnica oggi è stata abbandonata per evitare l’abbattimento e salvaguardare l’estinzione della palma.
E’ divenuto invece frequente l’utilizzo del filo di seta color oro, che è molto resistente ed incrementa ancor di più la luminosità del capim dourado.
La lavorazione dell’oro vegetale ha origini antichissime, che si tramandano di generazione in generazione. Inizialmente veniva utilizzato dagli indios per la realizzazione di utensili domestici o per creare ceste e contenitori vari, accessori come cappelli, tessuti, cucendolo con gli aculei spinosi dei cactus.
Poi la pratica fu acquisita anche dalla popolazione nera dei quilombolas, una comunità formata da schiavi africani fuggiti dalle piantagioni in cui erano prigionieri nel Brasile.
Successivamente fu arricchita da sapienti mani artigiane locali e associata sempre più alla bigiotteria.
I gioielli in capim dourado hanno raggiunto un’importante commercializzazione fuori dal Brasile a partire dai primi anni ’90, quando sono state inaugurate le fiere del folklore e dell’artigianato alimentare dello stato di Tocantins.
Questa regione ha visto un miglioramento delle sue condizioni economiche, grazie alla produzione e al commercio dell’oro vegetale, senza che vi fossero fenomeni di sfruttamento dei lavoratori o abuso ambientale.
Alla camera di commercio locale sono registrati circa 3.000 artigiani
I gioielli in capim dourado possono essere un’ alternativa sostenibile all’oro, sono molto meno costosi, anallergici, dato che la pianta non appartiene alle graminacee, estremamente leggeri e in più inalterabili.
Sostentamento per la popolazione autoctona, esempio di sostenibilità e sbocco lavorativo per le nuove generazioni, direi che il capim dourado è molto più prezioso dell’oro!!!