Caffè: la sera sballa l’orologio biologico, rallentando il ciclo sonno veglia

Bere caffè la sera incide sull'attivazione della melatonina con conseguenze sul nostro orologio biologico che risulta rallentato. Ecco perché è più difficile poi prendere sonno

Quando siamo stanchi e vogliamo tirarci su cosa c’è di meglio di una bella tazzina di caffè? E anche la sera spesso non riusciamo a farne a meno, magari perché ci piace il gusto o vogliamo resistere un po’ di più nelle nostre attività. Ma è davvero la scelta giusta?

C’è da considerare che il caffè è un potente stimolante, ma la sua azione non si esaurisce qui. Secondo una nuova ricerca, una tazzina di caffè bevuta la sera è in grado di rallentare il nostro orologio biologico, agendo sulla melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno veglia del nostro organismo.

Lo studio, condotto dai ricercatori del Medical Research Council’s Laboratory of Molecular Biology di Cambridge e pubblicato su “Science Translation Medicine”, ha evidenziato come un doppio espresso bevuto 3 ore prima di andare a dormire rallenta l’azione della melatonina di 40 minuti, ecco quindi perché poi è più difficile prendere sonno.

Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno monitorato l’effetto della caffeina sia su un piccolo campione di persone (5 seguite per 49 giorni) a cui veniva somministrata tramite pasticca (l’equivalente di due caffè) 3 ore prima di dormire che direttamente su una coltura di cellule, esposte appunto a questa sostanza stimolante. Si è visto così l’effetto inibente della caffeina sull’ormone che regola il sonno.

Il rallentamento dell’attivazione della melatonina, però, non in tutti casi potrebbe essere un male. Come ha dichiarato infatti John O’Neill, uno autori dello studio:

Potrebbe essere utile, se si vola in aereo da est a ovest del globo, prendere la caffeina al momento giusto della giornata per accelerare il tempo che serve per superare il jet lag”.

La scoperta, dunque, potrebbe aiutare nella risoluzione di particolari disturbi del sonno come appunto quelli che derivano da viaggi intercontinentali in cui c’è necessità di modificare inevitabilmente i propri ritmi.

Francesca Biagioli

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