Il rapporto di un bambino con un animale è importante per il suo sviluppo psichico-comportamentale, ma è fondamentale insegnargli ad averne rispetto
Il rapporto bambini-animali domestici è importante, per non dire fondamentale, per lo sviluppo cognitivo-comportale di entrambi.
Più volte abbiamo ribadito come un qualsiasi cucciolo, di cane o gatto, entro l’età di 3 mesi debba entrare in contatto con il maggior numero di stimoli affinchè questi non diventino causa di ansia e paura da adulti: rumori di ogni genere, altri animali (co-specifici e non), esseri umani di qualsiasi razza/età/sesso/corporatura, ecc ecc devono entrare nella quotidianità dell’animale. Naturalmente questo non è sempre possibile, soprattutto spaziare in questa così ampia gamma di possibilità, ma sicuramente un cucciolo che vive sempre in casa, solo con il proprietario e iper-protetto ha più possibilità di sviluppare quelli che vengono definiti “disturbi comportamentali” (se infatti dovessero cambiare le dinamiche alle quali è abituato, facilmente potrebbero insorgere paura e ansia, fino a sfociare in aggressività). Inoltre è anche fondamentale che il cucciolo rimanga con la madre per almeno (e ribadisco almeno) i suoi primi due mesi di vita, meglio 3: è lei infatti che insegna al piccolo a gestire la propria irruenza (tipica dei cuccioli), a giocare senza causare danni moderando l’utilizzo di unghie e denti; è con i propri fratellini che si misura quotidianamente, temprando così il proprio carattere, ma allo stesso tempo controllando la propria esuberanza. Tutto questo è importante per un corretto sviluppo psichico-comportamentale del cucciolo, il quale risulterà più equilibrato e facile da gestire anche da adulto.
Naturalmente per un cane o un gatto la presenza di un bambino rappresenta uno stimolo non indifferente: anche i “cuccioli d’uomo” sono curiosi, hanno voglia di giocare, spesso sono irruenti e non sanno ancora gestire pienamente i propri movimenti e la propria forza; per loro abbracciare forte il proprio cane o gatto è semplicemente una manifestazione di affetto, tirare coda e orecchie non un gesto aggressivo ma quasi un invito al gioco. Proprio grazie alle sue caratteristiche fisiche, solitamente anche i nostri animali riescono a percepire il bambino come un cucciolo da proteggere e non aggredire, e quindi si lasciano “torturare” con infinita pazienza; ma può succedere che in alcune circostanze particolari reagiscano, non per cattiveria o con premeditata intenzione:
– in caso un gesto del bambino provochi loro dolore
– in caso venga invaso il loro spazio o la loro privacy (ad esempio mentre stanno mangiando)
– in caso gesti/movenze del bambino stimolino un loro istinto innato (ad esempio un bimbo che corre potrebbe essere visto come una preda)
Prima regola è non lasciare mai (e ripeto mai!) i bambini incustoditi anche con il proprio animale di famiglia. Inoltre diventa fondamentale insegnare loro il giusto approccio da adottare con i pets di casa per evitare cattive esperienze che possono trasformarsi anche in tragedie: troppo spesso si sente al telegiornale o si legge sul giornale di cani che hanno morso proprio quel bambino con il quale hanno sempre vissuto e giocato; ma la responsabilità è sempre dell’animale? Un cane che si è sempre presentato docile ed equilibrato, all’improvviso può diventare tanto aggressivo?
Ci sono alcuni punti che risultano molto importanti per evitare che questo si verifichi e che andrebbero insegnati ai bambini, regole base che andrebbero adottate da chiunque, anche dagli adulti:
– non disturbare mai un cane mentre mangia, e non togliergli la ciotola prima che abbia terminato
– non disturbare un cane/gatto mentre sta dormendo o una femmina che ha appena partorito ed è con i cuccioli (potrebbe percepire una nostra eccessiva vicinanza come una minaccia per i piccoli e quindi reagire solo per proteggerli)
– non stringere mai un cane/gatto, soprattutto se cerca di sottrarsi all’abbraccio
– non tirare mai coda o orecchie
– non avvicinarsi mai all’improvviso, ma avvisare della nostra presenza sempre prima con la voce
– evitare di correre
Inoltre, parlando più in generale ma sempre con l’obiettivo di educare i bambini ad un giusto approccio con gli animali (ed anche in questo caso il tutto vale per chiunque, bimbi e meno bimbi):
– non avvicinarsi eccessivamente e non accarezzare cani/gatti estranei senza chiedere prima il permesso al proprietario: non a tutti è gradito il contatto fisico, soprattutto quello di sconosciuti (voi vi fareste toccare da chiunque ci provasse?)
– non mettere le mani tra le sbarre di un cancello, magari proprio per accarezzare il cane che si trova al di là
– non correre se un cane estraneo si avvicina e non gesticolare eccessivamente, ma cercare di rimanere fermi e tranquilli
Tali regole sono spesso difficili da essere seguite da un bambino (stiamo appunto parlando di un bambino, il quale segue per lo più il proprio istinto), ed è per questo che quindi risulta fondamentale la presenza di un adulto, che allo stesso tempo gli insegni qual è il modo corretto di interagire con un animale, un essere vivente che seppur viva con noi è ben diverso da noi. È comunque importante non trasmettere timori e insicurezze al bambino affinchè non insorgano paure infondate: il bambino deve poter giocare con il proprio animale, deve poterlo accarezzare, ma deve essere educato a farlo nel modo corretto. Positivo è anche coinvolgere il bambino nella gestione quotidiana del proprio cane o gatto (o di qualunque pet si tratti): dargli da mangiare, pulire la lettiera, portarlo a passeggio, ecc ecc.: il prendersi cura di un altro essere vivente rende il bambino più responsabile, aumenta l’empatia verso il prossimo e il rispetto per chi è diverso da lui; il tutto ha quindi un risvolto positivo anche sul suo sviluppo psichico e comportamentale.
Un’ottima possibilità sarebbe anche quella di far seguire al bambino un corso di educazione cinofila con il proprio cane, aiuterebbe anche a rafforzare il rapporto bimbo-animale.
Penso che l’amicizia con un animale sia una delle esperienze più forti e costruttive che un bambino possa vivere.
LEGGI ANCHE
Bebè in arrivo?…la convivenza con cane e gatti è possibile
Quando in famiglia arriva un cucciolo di cane o gatto
Cani “aggressivi”? Come prevenire o risolvere il problema
Ma esistono veramente “cani assassini”?