Abbiamo intervistato Valentina, la maestra che insieme a Simone, si occupa quotidianamente dei bambini accolti nel nuovo asilo nel bosco di Lanuvio
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Vi abbiamo dato pochi giorni fa notizia del nuovo asilo nel bosco che è nato a Lanuvio, località dei Castelli Romani. Vogliamo però dare maggiore risalto a questa iniziativa che riteniamo una bellissima opportunità per tutti i bambini della zona di poter giocare e imparare all’aria aperta.
Per fare questo abbiamo parlato direttamente con Valentina che, insieme a Simone, si occupa quotidianamente dei bambini accolti nel nuovo asilo, aperto dal lunedì al venerdì presso la Casa di Pietro in via Sforzesca.
Ecco cosa ci ha raccontato…
Com’è nata l’iniziativa e chi la sta portando avanti?
Il nostro progetto è nato dall’incontro e dalla sinergia di tre realtà: quella di un gruppo di genitori che ha sentito fortemente il bisogno di avere un’opportunità educativa centrata sull’attenzione e il rispetto del bambino, dei suoi tempi, della sua autonomia e libertà intesa come piacere dell’esplorazione e della scoperta autonoma; dall’associazione a promozione sociale La casa di Pietro, azienda agricola a carattere sociale, la quale oltre a mettere a disposizione la condivisione degli spazi che abbiamo il privilegio di utilizzare durante le nostre avventure quotidiane, rappresenta per noi anche una risorsa enorme sia dal punto di vista umano che professionale; e dall’Associazione culturale Artinviaggio, di cui facciamo parte io e il mio collega Simone, maestri dell’asilo nel bosco.
Dopo anni di attività in vari contesti educativi, tra cui la scuola dell’infanzia, dopo lunghissime chiacchierate attorno al tema della crisi dell’educazione e dei deficit di natura ai quali assistiamo sempre più frequentemente e di cui si sente sempre più spesso parlare, abbiamo un bel giorno avuto il piacere di conoscere un progetto innovativo, quello dell’asilo nel bosco di Ostia. Da quel momento abbiamo capito che l’unico sentiero percorribile che potesse darci delle risposte alle tante domande, fosse un progetto di educazione all’aria aperta (outdoor education per dirla all’inglese), e così ha avuto inizio il nostro percorso di ricerca e formazione continua aperto ai modelli educativi più vicini alla nostra idea di bambino.
A che metodo educativo vi ispirate?
Il modello educativo al quale ci ispiriamo è quello degli asili nel bosco dei Paesi nord europei, modelli pedagogici che esistono da oltre 50 anni (Danimarca), e diffusi negli ultimi vent’anni (Germania) rivolti a bambini dai 2 ai 6 anni in cui le giornate scolastiche e le attività didattiche si svolgono prevalentemente all’aria aperta, dove viene privilegiato il gioco, l’esplorazione e l’esperienza diretta e l’approccio è quello della pedagogia attiva.
Quali sono le attività principali che proponete ai bambini?
Le attività che ci suggerisce madre natura sono davvero innumerevoli con le sue stagioni, i suoi colori, i suoi profumi; tuttavia ciò a cui diamo maggior importanza è il gioco spontaneo del bambino e l’ascolto di quelli che sono i suoi bisogni. Per fare questo è necessario stabilire una relazione autentica con i bambini e da questa relazione autentica nasce la possibilità di proporre attività di apprendimento significative per loro. Sono i bambini a volte a suggerirci quali attività proporre! Non sono mancate da settembre ad oggi attività quali la vendemmia, la raccolta delle olive, la costruzione di una piccola capanna, attività con i cavalli dell’Associazione Ciampacavallo ai castelli, attività manipolative, narrazioni…
Ci racconti come si svolge una giornata tipo?
La nostra giornata inizia con l’accoglienza che a volte avviene nei pressi della nostra casuccia (come la chiamano i nostri bambini proprio a sottolineare la predisposizione familiare dell’ambiente), altre volte al suo interno. Il primo momento dopo l’accoglienza lo dedichiamo ad un saluto di ringraziamento al sole intorno al fuoco, uno scambio di proposte su come proseguire la giornata, una passeggiata scegliendo ogni giorno un posto diverso dove spesso si aprono numerose opportunità di esplorazione, e poi i bambini sono sostanzialmente liberi di correre, saltare, costruire con tutti gli elementi naturali che ci fornisce la terra, giocare con la terra e il fango, bastoni, arrampicarsi, urlare, cantare, stare insieme, emozionarsi ed essere felici.
Come hanno accolto i genitori della zona la vostra proposta e quali sono i vostri progetti per il futuro?
I genitori che in qualche modo ci hanno raggiunto sono molto entusiasti del nostro progetto ma ancora il territorio non conosce la nostra realtà. A breve partiranno una serie di incontri informativi per raccontare di questa nuova realtà pedagogica e del suo valore educativo. Attualmente esiste un numero minoritario di progetti educativi come i nostri o simili in Italia, per lo più sono a carattere privato, ma ci auguriamo di poter contribuire ad un cambiamento affinché queste realtà educative possano avere un carattere di tipo pubblico come accade dal 1993 in Germania. Siamo sicuri che esperienze di educazione all’aria aperta siano urgenti in questo momento storico sociale e culturale per due necessità: recuperare nel bambino, attraverso l’azione corporea e motoria, l’esperienza sensoriale e percettiva, una dimensione di conoscenza di se stesso e del mondo che lo circonda; recuperare, attraverso l’immersione nell’ambiente, la scoperta delle sue meraviglie, la connessione con il mondo naturale tale da sentirsi parte integrante di esso stabilendo un legame significativo.
Francesca Biagioli
Foto: L’asilo nel bosco – Lanuvio
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