Rimanere soli in casa può rappresentare un "incubo" per i nostri cani; come è possibile aiutarli?
L’ansia da separazione è uno dei problemi comportamentali più frequenti e debilitanti del cane (dal punto di vista psicologico), e quindi ricopre una certa importanza anche nel rapporto proprietario-animale: è fonte di stress per entrambi, alimentata anche dalle possibili lamentele di eventuali vicini di casa; purtroppo quindi diventa spesso causa di abbandono.
Ma in cosa consiste l’ansia da separazione? La definizione è racchiusa tutto nel nome: si tratta della manifestazione di uno stato di stress più o meno intenso quando il cane viene lasciato solo in un ambiente chiuso, solitamente quando rimane in casa in vostra assenza: comincia ad uggiolare/abbaiare, raschiare contro la porta con la zampa, a volte distrugge anche oggetti, urina /defeca in giro. Non si tratta di un atto vendicativo nei vostri confronti, ma esprime lo stato ansioso da lui sofferto.
Ma come si può intervenire per cercare di risolvere il problema? Come sempre è meglio prevenire che curare. Fin da quando il cane è ancora cucciolo bisogna abituarlo ad una nostra eventuale assenza, improvvisa o meno, gradatamente, cominciando quindi con lassi di tempo di 10-15 minuti per poi passare a 20-30 fino a raggiungere l’ora o anche più: ricordarsi comunque di lasciargli sempre a disposizione i suoi giochi preferiti. Se il problema è invece insorto già da tempo, quindi ormai cronico, l’approccio è sicuramente più difficile, richiede da parte del proprietario una modificazione del proprio comportamento nei confronti del cane e soprattutto (anche se spesso può risultare difficile) molta pazienza:quando tornate a casa ignoratelo se richiama la vostra attenzione, anche se tenta di saltarvi addosso, e solo quando si sarà calmato rivolgetevi a lui premiandolo anche con delle carezze o qualche croccantino/biscotto; se ha commesso dei danni non sgridatelo/punitelo perché non capirebbe , anzi, attribuirebbe il vostro gesto solo al vostro ritorno, e questo aumenterebbe il suo stato di stress ogni volta che voi tornate poi a casa per un senso di paura nei vostri confronti.
Fondamentale comunque una visita da un veterinario comportamentalista in quanto il problema è sì molto frequente, ma la terapia è individuale, diversa in base al caso specifico: il medico raccoglierà un’anamnesi molto dettagliata; contemporaneamente osserverà il cane, come si muove e reagisce in ambulatorio; imposterà poi una terapia di tipo comportamentale, dando soprattutto al proprietario indicazioni su come comportarsi nei confronti del proprio animale; potrebbe essere suggerito anche di mettere una telecamera per riprendere il cane quando rimane a casa solo; se necessario vengono prescritti anche psicofarmaci.
A tutto questo comunque possono essere associati dei rimedi naturali, soprattutto quando il proprietario vuole evitare la somministrazione di medicine allopatiche, tranquillanti/sedativi (rimane comunque importante la visita da un comportamentalista): si può ricorrere allora all’utilizzo dei fiori di Bach, specifici in base al caso e al soggetto, al DAP diffusore (feromoni materni) e come ricordo sempre l’agopuntura, con la quale si possono raggiungere buoni risultati anche in caso di problemi di natura psicologica.
Qualsiasi strada si decida di intraprendere comunque può essere più o meno lunga e difficile, ma con pazienza il problema può essere affrontato e risolto, permettendo di vivere così più serenamente voi, il vostro cane…e i vostri vicini.
LEGGI anche: