Andar per erbe selvatiche: la Borragine

La borragine, buona in cucina, ma con attenzione.

“Io, Borragine, porto sempre coraggio” Questo è un vecchio detto tramandato dall’erborista John Gerard che nel 1597 scriveva delle proprietà della Borrago officinalis, della famiglia delle Borraginaceae. Plinio, ancora prima scriveva: «Un decotto di borragine allontana la tristezza e dà gioia di vivere». In questo momento a seconda della parte d’Italia in cui vi trovate, la borragine sta crescendo e raggiungendo la fioritura. È il momento di raccogliere le foglie, finché sono tenere e trasformarle in piatti deliziosi. Ma quali sono le proprietà di questa pianta? È vero che può essere pericolosa per la salute?

La Borragine ha un elevato contenuto di mucillagini, che la rendono un ottimo rimedio contro la stipsi e un calmante per i problemi respiratori. Anche il succo appena spremuto ha delle proprietà emollienti che si possono sfruttare per curare le irritazioni della pelle, ma da questo punto di vista, l’olio estratto dai semi è una vera panacea per i problemi dermici, anche quelli acuti, come la psoriasi. Dai piccoli semi spremuti a freddo, si ottiene un olio ricco di grassi polinsaturi (contiene acido gamma-linoleico) che viene venduto come integratore per abbassare il colesterolo, regolare gli ormoni femminili, proteggere i nostri tessuti dall’ossidazione e quindi dall’invecchiamento precoce. Nelle ricette tradizionali, a parte quando si mangiano le foglioline più giovani e poco pelose della borragine in insalata, questa pianta è sempre consumata cotta, come ripieno di torte salate o ravioli, fritta o al forno. Secondo me la tradizione non sbaglia: quello della cottura è un modo di ridurre (non eliminare purtroppo) la presenza naturale in questa pianta di alcuni alcaloidi che possono risultare tossici per il nostro corpo.

Borrago officinalis by krom999

La Borragine, come molte altre piante, contiene alcaloidi pirrolizidinici che, se assunti costantemente e sopra certe quantità, possono creare lesioni e tumori al fegato. Questo significa che questa pianta è tossica? Assolutamente no, ma come ogni cibo, non va assolutamente consumato ogni giorno e per lunghi periodi pensando che faccia bene “solo perché è una pianta ed è naturale”. Variare e assumere tanti alimenti diversi fa bene. Ho fatto alcuni calcoli e per concentrare nel nostro corpo la quantità di alcaloidi che si può considerare tossica o nociva, una persona adulta ed in salute dovrebbe consumare ogni giorno borragine per mesi. Sono invece piante che si mangiano con l’arrivo della bella stagione, ci aiutano a purificarci e a riattivare i nostri organi dopo l’inverno e poi si possono lasciare agli animali selvatici e alla loro vita. Godiamone tranquillamente, ma senza esagerare, tutto qui. Cercando sul web modi nuovi con cui preparare la Borragine, ho trovato molte ricette di pesti a crudo, che utilizzano questa pianta come se fosse basilico: non fatelo. Cuocete la Borragine prima di mangiarla. Queste sostanze sono davvero pericolose e vengono prodotte dalle piante proprio per scoraggiare gli erbivori e tenere lontani gli insetti. C’è una letteratura scientifica molto vasta in merito, e ci sono casi di intossicazioni, che possono essere pericolose soprattutto per le donne in gravidanza e in allattamento ed i loro figli. Evitare queste piante se ci sono problemi epatici, in gravidanza e allattamento.

Pochi anni fa, ho fatto da correlatrice ad una tesi di laurea proprio sugli alcaloidi pirrolizidinici e sulla loro presenza nel miele. La responsabile della ricerca, la Prof. Anna Maria Mercuri dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, consapevole della loro tossicità, ha iniziato una ricerca sulla loro concentrazione nei mieli che le api producono con i fiori di una pianta della stessa famiglia della borragine, l’Echium. Il miele non si può scaldare per legge, quindi è impossibile abbassare la loro concentrazione e consumare per lungo tempo questo tipo di miele può avere effetti nefasti sul fegato. La concentrazione di alcaloidi aumenta al momento della fioritura, e ci sono casi di morti di bestiame per emorragie interne, a causa del consumo di queste piante in momenti di aridità in cui non potevano scegliere tra queste e altri vegetali da pascolare, e soprattutto, di presenza degli stessi nel latte. Sotto vi allego una tabella presa dalla tesi di Laura Falangone, con le piante che contengono queste sostanze. E una bibliografia per approfondire, se ne avete voglia.

TABELLA PAS

1: Alcaloidi tossici;

2: Noti per aver causato tossicità nell’essere umano (Castaldo S., Grandolini G., 2006; Capasso F., De Pasquale R., Grandomo);

3: Noti per la loro carcinogenicità; 4: usati in omeopatia (Capasso F., Borrelli F., lini G., 2011).

Bibliografia:

http://www.inchem.org/documents/ehc/ehc/ehc080.htm

http://www.itmonline.org/arts/pas.htm

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