5 buoni motivi per non andare al circo con animali (video)

Venghino signori, venghino a godere del crudele spettacolo che metteremo in scena. Accorrete bambini e adulti nel regno in cui gli animali vengono sottoposti allo stress della vita itinerante, in un habitat innaturale che li priva della loro socialità e libertà. Abbiamo le luci, lo scenario, i costumi e le maschere. Ma anche il malessere dell’elefantessa del Circo Bellucci-Orfei, ripresa in un video della Lav poche settimane fa a Rovereto, mentre dondola ossessivamente, o la sofferenza delle sfortunate tigri che il domatore Jodi Bellucci, dalle telecamere di Italia 1 (trasmissione Bau Boys del 29 aprile 2012), fa capire di aver addestrato fin da piccole, ma che in realtà sono arrivate in Italia nel 2009 dal noto centro di addestramento spagnolo della famiglia Chipperfield, tristemente famoso per la crudeltà degli addestramenti. Venghino signori, a comprare un pezzo di dolore e sopruso. Perché questo è il circo con animali.

Documentare la drammatica realtà della vita degli animali nei circhi significa seguire il circo con costanza nelle varie piazze e rendersi conto di come vivono davvero gli animali, lontano dalle telecamere di programmati servizi TV e da occhi indiscretispiega la responsabile nazionale Circhi, Zoo ed Esotici della LAV Nadia Masutti – questo fa e continua a fare la LAV, anche nel caso del circo Bellucci-Orfei, e i filmati e le foto allegati sono stati realizzati in varie città dove il circo si è fermato, e sono opera di volontari. Siamo certi che siano estremamente eloquenti sia rispetto allo stato di stress degli animali che agli angusti luoghi di detenzione“.

Un piccolo elefante viene addestrato usando corde e pungoli nel centro segreto d’addestramento del circo Ringling Bros e B.B

Al Circo Bellucci-Orfei, così come in tanti altri, gli animali vengono chiusi in gabbie strettissime, impossibilitati a muoversi e, per chi ha un occhio un po’ più allenato, si violano continuamente le Linee Guida della Commissione Scientifica CITES, “ovvero quei parametri che servono per valutare l’idoneità di un circo alla detenzione degli animali: animali tenuti sull’asfalto, interni di dimensioni troppo piccole e strutture esterne spesso inesistenti, recinti senza copertura, impossibilità di nascondersi al pubblico e totale assenza di arricchimenti ambientali, gli stessi arricchimenti che vengono considerati componenti essenziali per stimolare i comportamenti naturali e limitare la comparsa di comportamenti stereotipati”, conclude Nadia Masutti.

Il nostro Paese può continuare a tollerare questo utilizzo degli animali? Assolutamente no. Per questo dobbiamo sollecitare il Parlamento ad approvare una legge per la riconversione dei circhi in spettacoli senza animali, valorizzando il talento degli artisti umani e sostenendo il loro lavoro. Elefanti, tigri o leoni non devono più essere strappati alla natura, fatti riprodurre in cattività, costretti a vivere in una cella e ad esibirsi come se fossero delle marionette.

Eppure, anche io da piccola al circo ci sono stata molte volte. Mi ci portava mia madre, come quasi ogni bambino, e mi divertivo, ridevo, cavalcavo elefantini e pony, mangiavo zucchero filato. Notavo che gli animali non erano particolarmente felici, ma non ci facevo più di tanto caso, tutta presa dall’interesse nei loro confronti. Ora, da adulta, se potessi tornare indietro, in quei circhi non vorrei mai essere entrata. Se un bambino conoscesse ciò che l’animale subisce prima di uscire in scena, se si rendesse conto di quanto è triste la vita in gabbia, non troverebbe più lo spettacolo così affascinante.

Eccovi allora 5 buoni motivi per non andare ad assistere a questi tristi e squallidi spettacoli:

  1. Il maltrattamento psicologico e fisico che i 2000 animali dei circhi italiani patiscono. La loro vita comincia sempre da una gabbia. Le tigri, i leoni e gli altri sono frequentemente figli di genitori prigionieri, nati anche loro in cattività. Ci sono anche individui importati, più o meno illegalmente. Tutti trascorrono la loro esistenza in spazi angusti delimitati da sbarre, in stretti recinti o legati a cortissime catene.
  2. I circhi con animali sono veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia.
  3. Per il 2010 lo stanziamento riservato ai circhi è di oltre 6 milioni di euro. Vogliamo davvero che lo Stato utilizzi i nostri soldi per finanziare tanta sofferenza?
  4. È naturale per un orso ballare o per delle foche giocare con un pallone? O per un elefante mantenere il suo peso di diverse tonnellate sulle sole zampe posteriori? Gli animali non scelgono di esibirsi, non scelgono di allenarsi, non scelgono di sfidare i loro limiti naturali, né di vivere in gabbia. Gli animali nei circhi sono sottomessi al volere dell’uomo. La loro volontà viene spezzata e gli animali sono così ridotti a burattini nelle mani dei domatori.
  5. Esiste un’alternativa ed è rappresentata da strutture come il Cirque du Soleil, che diffondono un tipo di spettacolo completamente nuovo, basato solo su artisti umani: giocolieri, clown ed equilibristi, ma anche cantanti e ballerini. Molti circhi a livello internazionale si sono già riconvertiti ed altri lo stanno già facendo… Che aspettiamo?

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