Tutto quello che non sai sulle scatolette di tonno

Il tonno in scatola è indubbiamente comodo e pratico, ma nasconde pericoli per la salute e per l'ambiente: vediamo cosa c'è dentro una lattina di tonno

Il tonno in scatola è un alimento popolare in tutto il mondo, apprezzato per la sua comodità, la lunga conservazione e perché offre in modo comodo una delle porzioni di pesce raccomandate nella dieta settimanale.

Tuttavia, dietro questo alimento pratico e in apparenza salutare si celano numerosi problemi di salute e ambientali che meritano attenzione.

In questo articolo, esploreremo i principali lati oscuri del consumo di tonno in scatola – dalle fasi di produzione al trasporto e al confezionamento, passando per l’aggiunta di additivi poco salutari.

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I Metalli Pesanti

Uno dei principali svantaggi del consumo frequente di tonno in scatola è la presenza di metalli pesanti – in particolare di mercurio, che si accumula nei pesci attraverso il ciclo alimentare.

I pesci più grandi, come il tonno, contengono più mercurio poiché hanno mangiato molte piccole fonti di questo metallo, che si è accumulato nel loro organismo.

L’esposizione al mercurio può avere gravi ripercussioni sulla salute umana: uno studio del 2020 ha dimostrato che un elevato consumo di pesci con alto contenuto di mercurio, come il tonno, può aumentare il rischio di disturbi neurologici.

Ma perché i pesci, grandi o piccoli che siano, contengono mercurio? Questo metallo entra negli oceani principalmente a causa delle attività industriali, ma anche dalla decomposizione del carbonio organico naturale.

I microrganismi nell’acqua trasformano il mercurio in metilmercurio, una forma altamente tossica che si accumula nella carne del pesce.

Il metilmercurio è una potente neurotossina e un consumo eccessivo di pesce contaminato può portare ad avvelenamento da mercurio, con sintomi che includono formicolio alle estremità, debolezza muscolare, problemi di coordinazione e disturbi del linguaggio e dell’udito.

Particolarmente pericolosi sono gli alti livelli di mercurio per le donne in gravidanza, poiché possono causare disturbi del sistema nervoso centrale nei loro bambini.

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Il bisfenolo A (BPA)

Oltre al mercurio, il tonno in scatola può contenere tracce di bisfenolo A (BPA), un composto chimico utilizzato per realizzare il rivestimento interno delle lattine.

Anche se non è ancora stato dichiarato illegale, il BPA è noto per la sua capacità di interferire con il sistema endocrino, alterando gli equilibri ormonali, e di provocare problemi neurologici e riproduttivi.

I motivi della presenza di bisfenolo nei rivestimenti delle lattine (di tonno e non solo), sono principalmente due:

  • da una parte, questo rivestimento evita il contatto diretto tra il cibo e il metallo, che potrebbe rilasciare sostanze nocive negli alimenti e conferire un gusto metallico
  • dall’altra protegge il metallo dalla corrosione provocata dall’acidità del cibo che contiene.

Alcune aziende si stanno impegnando a eliminare il BPA dalle loro confezioni, ma nella maggior parte dei prodotti in vendita nei supermercati questa sostanza pericolosa è ancora presente.

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Il sodio

Il tonno in scatola spesso contiene elevate quantità di sodio e conservanti, che possono essere dannosi per la salute del cuore e per la pressione sanguigna.

Uno studio del 2019 ha evidenziato il legame tra il consumo eccessivo di sodio e l’ipertensione, una condizione che aumenta il rischio di malattie cardiache e ictus.

Per limitare l’assunzione di sodio, è importante leggere le etichette e scegliere versioni a basso contenuto di sodio e senza conservanti aggiunti.

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Allevamenti intensivi e pesca a strascico

Ovviamente il tonno viene pescato e sottratto all’ecosistema marino – nella maggior parte dei casi utilizzando dei metodi di pesca aggressivi, che non solo impoveriscono le popolazioni ittiche, ma hanno anche gravi conseguenze per la fauna marina circostante.

Le reti utilizzate per la pesca a strascico catturano accidentalmente anche specie marine, che spesso vengono uccise perché ritenute “inutili” ai fini della produzione.

Questo metodo di pesca distrugge gli habitat marini e contribuisce alla diminuzione anche delle popolazioni di specie non bersaglio.

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Impronta ecologica

Infine, vogliamo fare menzione anche del pesante impatto sull’ambiente legato all’inscatolamento e al trasporto del tonno, che raramente viene consumato nel luogo in cui è stato catturato.

Dopo la pesca, il tonno viene lavorato, inscatolato e spedito in tutto il mondo, e questo processo implica un elevato consumo di energia e risorse, aumentando significativamente l’impronta ecologica del prodotto.

Ogni fase della produzione, dal trasporto all’imballaggio, contribuisce all’inquinamento e al depauperamento delle risorse naturali.

Conclusioni

Il consumo di tonno in scatola, sebbene comodo e nutriente, presenta numerosi lati oscuri che non possono essere ignorati.

Dai rischi per la salute legati ai metalli pesanti e al BPA, alle implicazioni ambientali della pesca intensiva e dell’elevata impronta ecologica, è evidente che questo alimento ha un costo ben maggiore di quello che paghiamo al supermercato.

Per mitigare questi effetti negativi, è consigliabile eliminare o quantomeno limitare il consumo di tonno in scatola, optando per alternative più sostenibili: come consumatori, abbiamo la possibilità di fare scelte consapevoli e di fare la differenza in termini di sostenibilità.

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