Le temperature dei condizionatori negli uffici risultano troppo basse per le donne. Questo sembra essere dovuto a questioni di genere. Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change intitolato negli uffici i climatizzatori sono tarati su metabolismo, fisiologia e persino abbigliamento degli uomini. Il sistema oltre ad essere poco inclusivo per le colleghe donne costituisce la causa di grandi sprechi di energia.
Il caldo torrido in questi giorni sta infuocando le città e se non si ha il climatizzatore in casa, l’unica prospettiva di refrigerio sembra essere l’ufficio, dove – lavoro a parte – si può godere dell’aria condizionata.
Ma nemmeno lì le donne sembrano poter trovare una situazione confortevole: le temperature dei condizionatori negli uffici, infatti, risultano essere troppo basse. E questo sembra essere dovuto a questioni di genere.
La discussione è nata qualche anno fa a seguito della pubblicazione di uno studio su Nature Climate Change intitolato “Energy consumption in buildings and female thermal demand“, secondo il quale la temperatura negli uffici tende ad essere regolata su standard che favoriscono gli uomini rispetto alle donne.
La taratura delle temperature negli uffici sembra essere calibrata sul metabolismo maschile, considerando il tasso metabolico di un uomo di circa 40 anni e 70 kg. Le donne, in media, hanno un tasso metabolico più basso rispetto agli uomini, il che significa che potrebbero sentirsi più fredde nelle stesse condizioni ambientali. Inoltre, le temperature non tengono conto delle differenze fisiologiche tra uomini e donne. Le donne spesso tendono ad avere una percentuale di grasso corporeo più alta e una circolazione periferica diversa, che può farle sentire più fredde rispetto agli uomini in ambienti condizionati. Infine l’abbigliamento: gli uomini spesso indossano completi giacca e cravatta con scarpe chiuse, mentre le donne potrebbero indossare abiti più leggeri rendendole più suscettibili al freddo.
Una ricerca successiva pubblicata su Scientific Reports, dal titolo “Overcooling of offices reveals gender inequity in thermal comfort“, ha poi sottolineato quanto questa gestione delle temperature negli uffici abbia portato anche al fenomeno dell'”overcooling” ossia dell’eccessivo raffreddamento con un conseguente eccesso di utilizzo dell’energia, oltre che a rendere la vita delle donne in ufficio più difficile.
Non varrebbe la pena ripensare questi standard per il bene delle colleghe donne e dell’ambiente?
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Fonte: Nature.com
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