Rimane incerto il futuro dei balneari italiani, vittime di interessi diversi e di una politica che non fa che rinviare. Ieri, il Coordinamento Nazionale Mare Libero ha presentato le prossime azioni contro le proroghe illegittime delle concessioni balneari
Se la scadenza per le concessioni balneari era il 31 dicembre 2023 e il Governo Meloni ha invece ben pensato di prorogare i termini al 31 dicembre 2024, siamo dinanzi a una mossa illegittima.
Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato che risponde a un ricorso presentato da uno stabilimento di Rapallo e secondo cui le spiagge sono una risorsa “sicuramente scarsa” ed è necessario partire subito con nuovi bandi.
Una questione, quella delle concessioni balneari, che va avanti da decenni, nel marasma delle spiagge pubbliche che in Italia sono assegnate agli stessi gestori praticamente da sempre che il più delle volte pagano pochissimo per trarre enormi profitti dagli stabilimenti. Per legge, dato che le spiagge sono una risorsa pubblica la loro gestione dovrebbe essere assegnata con dei bandi di gara, in modo da consentire che ci sia concorrenza nella fornitura dei servizi.
Motivo per cui nel testo i giudici stabiliscono che si debba “dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”.
Le azioni del Coordinamento Nazionale Mare Libero
Il Coordinamento Nazionale Mare Libero ha presentato le prossime azioni contro le proroghe illegittime delle concessioni balneari.
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato n.3940 dello scorso 30 Aprile, è ormai innegabile che gli stabilimenti stiano attualmente occupando illegittimamente le spiagge: da oggi, chiunque volesse andare al mare, anche nelle aree occupate dalle concessioni, potrà quindi farlo senza dover pagare alcun servizio, e nessuno potrà impedirglielo. Si prospetta dunque un caos difficilmente gestibile, figlio dell’inerzia dei Governi, che pur conoscendo il divieto di rinnovo automatico delle licenze imposto dalle normative eurounitarie, hanno deciso di nicchiare, lasciando le nostre coste allo sbando più completo, nel tentativo disperato di difendere la categoria dell’impresa balneare.
Per questo Mare Libero ha presentato una proposta di atto di indirizzo per l’emanazione, ormai non più rimandabile, del decreto legislativo per il riordino del sistema concessorio.
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