Perché l’Agcom ha sanzionato Meta con quasi 6 milioni di euro per Facebook e Instagram

Lo scorso 22 dicembre l’Agcom ha comunicato di aver sanzionato Meta per 5 milioni e 850 mila euro proprio contro le due famose piattaforme Facebook e Instagram. La multa è stata commissionata per violazione del divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, il Decreto Dignità

La sanzione è confermata, è pari a 5 milioni e 850 mila euro ed è dovuta alla violazione del Decreto Dignità (art. 9 del decreto-legge del 12 luglio 2018, n. 87 ‘Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese’): l’Autorità per la garanzie delle comunicazioni (Agcom) ha così punito Meta Platform per aver veicolato pubblicità sul gioco d’azzardo sulle piattaforme Facebook e Instagram.

L’articolo del Decreto vieta in particolare

Qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informatici, digitali e telematici, compresi i social media

Il primo provvedimento commissionato dall’Agcom nei confronti di un fornitore di servizi per la condivisione di video (cd video sharing platform o VSP) fu notificato a Google Ireland Limited (e più nello specifico Youtube, società controllata) e TOP ADS LTD ad agosto 2022.

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Quest’ultimo procedimento è stato avviato a seguito di numerose segnalazioni pervenute all’Autorità, che alla fine ha confermato le violazioni.

La società Meta, analogamente a quanto recentemente deliberato nei confronti di Google Ireland Ltd (delibera n. 317/23/CONS) e Twitch Interactive Germany GmbH (delibera n. 316/23/CONS), è stata ritenuta responsabile, in quanto titolare dei mezzi di diffusione, ossia le piattaforme di condivisione video “Facebook” e “Instagram”, per i 32 contenuti “sponsorizzati” – si legge sul comunicato –  in particolare, è emerso come la Società non si sia limitata ad ospitare, con modalità puramente tecniche, passive ed automatiche, i contenuti caricati dagli utenti, ma abbia offerto un vero e proprio servizio pubblicitario; tale circostanza mette la stessa Società in condizione di conoscere l’illiceità del contenuto

Le accuse, rivolte nei confronti di 18 profili/account (5 su Instagram e 13 su Facebook), sono state confermate però solo per 5 account in quanto Meta, come riferisce la stessa Agcom, ha rimosso 11 dei 18 profili/account segnalati.

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Fonte: Agcom

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