Da quando ci svegliamo fino quando andiamo a letto, siamo costantemente connessi. Che sia da un pc, da uno smartphone o da un tablet. E ad esserlo non sono più soltanto ragazzi e adulti, ma sempre più spesso anche i bambini, persino quelli di 3 o 4 anni che sono ormai in grado di smanettare cellulari e tablet per giocare e ascoltare musica. Siamo tutti più connessi, ma inevitabilmente più esposti ai pericoli. Proprio per ricordarci delle insidie legate alla Rete, nel 2004 l’Unione europea ha istituito il Safer Internet Day, che quest’anno si celebra l’8 febbraio.
Nel corso degli anni, il Safer Internet Day è diventato un appuntamento molto atteso dagli operatori del settore, dalle istituzioni, dalle organizzazioni per accende i riflettori su tematiche come il cyberbullismo e la pedopornografia, pericolosi fenomeni purtroppo in aumento.
I rischi aumentano, ma cresce la consapevolezza dei giovani
I soggetti che usano maggiormente Internet e quindi più vulnerabili sono i giovani. Tra il 2019 e il 2020 è più che raddoppiata la percentuale dei giovani che raccontavano di essere connessi dalle 5 alle 10 ore al giorno (passando dal 23% al 59%), per via dello scoppio della pandemia e del conseguente lockdown. Ma nell’ultimo anno il dato ha iniziato lentamente a tornare sui livelli pre-pandemia fino alla più recente rilevazione secondo cui il 42% dei ragazzi è stato collegato al web per un tempo medio così lungo.
Questo è il quadro che emerge da una ricerca annuale condotta da Generazioni Connesse, in collaborazione con Skuola.net, l’Università degli Studi di Firenze e L’Università La Sapienza di Roma su un campione i 2.472 studenti di scuole medie e superiori.
Diminuisce il numero di ore trascorse Internet anche per coloro che si dichiarano “sempre connessi”, che scendono dal 18% nel 2021 al 12% nelle prime settimane del 2022. Il restante 46% degli adolescenti coinvolti nella ricerca, invece, ha dichiarato di trascorrere online meno di 4 ore al giorno, contro il 23% complessivo di 12 mesi fa.
Fenomeni come il cyberbullismo e il revenge porn, però, sono tutt’altro che sconfitti. Solo negli ultimi 2-3 mesi, il 24% degli intervistati racconta di aver condiviso le sue foto intime, mentre il 7% dichiara di essere stato vittima di atti di cyberbullismo, a cui si aggiunge un 2% di cyberbulli e un 21% di spettatori di tali atti.
Se da un lato i rischi non accennano a diminuire, dall’altro cresce la consapevolezza dei giovani sui pericoli della Rete: nell’ultimo anno, il 95% degli studenti coinvolti nella ricerca ha dichiarato di aver sostenuto ragazze e ragazzi della propria età con consigli e suggerimenti per navigare in maniera più sicura Fondamentale si è rivelato il ruolo della scuola: le studentesse e gli studenti che hanno ricevuto insegnamenti sulla sicurezza online dai loro insegnanti sono passati dal 12% di un anno fa al 31% attuale.
Le regole d’oro per navigare in rete in sicurezza
Per una navigazione più sicura in Rete la Polizia Postale ha diffuso un vademecum pensato per i più giovani e non solo. Ecco le regole da seguire quando si usa Internet:
- Utilizzare i firewall: i firewall sono degli strumenti, sia di tipo hardware che software, che permettono di vigilare sullo scambio di dati che intercorre tra il nostro pc o la nostra rete locale ed il mondo esterno. Essi sono programmabili con una serie di regole così da inibire, ad esempio, il traffico di dati proveniente dall’esterno e diretto verso alcune porte del nostro pc solitamente utilizzate per porre in essere intrusioni telematiche. Permettono inoltre la visualizzazione sul monitor dei tentativi di intrusione verificatisi, comprensive dell’indirizzo telematico utilizzato dall’autore di questi. In Rete possono essere facilmente reperiti numerosi software di tipo “firewall” gratuitamente.
- Utilizzare un software di tipo antivirus e aggiornarlo regolarmente
- Non aprire gli allegati ai messaggi di posta elettronica se non dopo averli esaminati con un antivirus: il principale veicolo di diffusione dei virus é la posta elettronica. Per essere più precisi dovremmo dire i messaggi allegati ai messaggi di posta elettronica. Infatti, un virus può trasmettersi unicamente tramite file eseguibili (programmi con estensione exe,com,drv e dll) o contenenti una parte di codice che viene eseguita.(Es. documenti in formato word che contengono macro). Non é quindi possibile infettare il nostro computer leggendo semplicemente il testo di una e-mail, ma é necessario eseguire il file infetto che potremmo trovare allegato alle e-mail che riceviamo.
- Non eseguire programmi prima di averli analizzati con un antivirus
- Effettuare copie di backup: gli antivirus riducono drasticamente i rischi di contagio ma bisogna anche tener presente che se un antivirus riconosce un virus é perché precedentemente c’é stata qualche vittima. Ciò significa che si potrebbe anche verificare il caso che il nostro antivirus, poiché non aggiornato o poiché deve analizzare un virus nuovissimo, non riconosca quel file come uno contenente un virus.
- Non fornire nelle chat i propri dati personali: non cedere alla tentazione durante le conversazioni virtuali (chat) di fornire ad ignoti utenti i propri dati personali. Questo per un duplice motivo: non possiamo sapere chi c’é dall’altra parte della tastiera; e i nostri dati potrebbero essere utilizzati come punto di partenza per ricavare le nostre password.
- Scegliere una password sicura e non comunicarla a nessuno
- Ultilizzare, per le comunicazioni riservate, software di cifratura: quando si inviano dati riservati é opportuno affidarsi ad un software di cifratura che permetta di crittare i messaggi da noi trasmessi.