Sarebbe legata alla necessità di proteggere i dati della Commissione e aumentare la sua sicurezza informatica la singolare richiesta di disinstallare TikTok dai cellulari dei dipendenti. Singolare nemmeno poi tanto: si tratta di una decisione che imita quella presa alla fine di dicembre dall’amministrazione americana
Storie di cyber security in quel di Bruxelles, dove la Commissione Ue ha appena intimato ai suoi dipendenti (impossibile risalire a un numero preciso) di disinstallare TikTok dai propri dispositivi aziendali e da quelli personali che utilizzano app aziendali. Via, sciò, lontani da una simile piattaforma.
Il motivo? Il timore che le informazioni degli utilizzatori venissero veicolate verso Pechino. A confermarlo è lo stesso esecutivo europeo e si tratta di un divieto che fa seguito a quello imposto qualche mese fa negli Stati Uniti, dove l’applicazione cinese è stata proibita su smartphone, tablet e altri dispositivi di proprietà dei governi statali e federale, compresi quelli della Camera.
Ora, la personale è stato chiesto di fare questa “pulizia” prima possibile e non oltre il 15 marzo e chi proprio non potrà fare a meno di avere un account su TikTok, potrà continuare a possederlo ma solo sul dispositivo personale, assicurandosi che tutti i documenti relativi al suo lavoro siano stati eliminati.
Il commento di TikTok
Siamo delusi da questa decisione, che riteniamo sbagliata e basata su pregiudizi. Abbiamo contattato la Commissione per mettere le cose in chiaro e spiegare come proteggiamo i dati dei 125 milioni di persone che sono su TikTok ogni mese in tutta l’Unione Europea. Stiamo continuando a migliorare il nostro approccio alla sicurezza dei dati, anche attraverso la creazione di tre data center in Europa per conservare i dati degli utenti a livello locale, riducendo ulteriormente l’accesso ai dati da parte dei dipendenti e minimizzando il flusso di dati al di fuori dell’Europa.
Ma sta di fatto, intanto, che lo scorso novembre TikTok aveva ammesso che nella sede cinese era possibile accedere ai dati personali degli utenti di tutto il mondo. Ammissione che faceva ha fatto seguito alle rivelazioni di Forbes secondo cui l’app veniva utilizzata per spiare i giornalisti.
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Fonte: Reuters
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