Ben 41 anni fa, l'australopiteco Lucy venne ritrovato da un team di paleontologi in Etiopia. Una scoperta che avrebbe cambiato la storia e che oggi Google celebra con uno dei suoi doodle
Ben 41 anni fa, l’australopiteco Lucy venne ritrovato da un team di paleontologi in Etiopia. Una scoperta che avrebbe cambiato la storia e che oggi Google celebra con uno dei suoi doodle.
Era il 24 novembre 1974 quando ad Afar i paleontologi Yves Coppens, Donald Johanson, Maurice Taïeb e Tom Gray individuarono i resti di una femmina di A. afarensis di circa 25 anni, vissuta circa 3,2 milioni di anni fa. Una nostra piccola antenata, alta poco più di un metro e con un peso tra i 30 e 45 kg. Ma molto importante, probabilmente l’anello di congiunzione fra la specie umana e la scimmia.
Lucy presentava infatti denti simili a quelli dell’uomo ma il suo cranio era ancora molto simile a quello delle scimmie. La piccola antenata però è importante anche per un altro motivo. I frammenti scheletrici rinvenuti nel paesaggio etiopico forniscono l’esempio più completo di Australopithecus afarensis mai trovato. L’osso pelvico, il femore e la tibia erano intatti. Ciò ha permesso ai paleontologi di ipotizzare che Lucy e la sua specie fossero già bipedi.
Secondo alcune ricostruzioni, Lucy sarebbe morta sulle rive di una palude ma i suoi resti non furono mai toccati. Il corpo venne sommerso dal fango e si fossilizzò nel corso dei millenni.
Foto:Wiki
Curiosità. Il suo nome vero nome è A.L. 288 ma questa piccola ominide è stata ribattezzata Lucy in onore della canzone Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles. In amarico è nota come Dinqinesh, il cui significato è “Tu sei meravigliosa”.
Questa scoperta ha permesso di riscrivere un capitolo significativo della storia dell’evoluzione umana. Per questo oggi Google festeggia il 41° anniversario di quel momento storico.
Francesca Mancuso
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