Read More È vero, Google consuma energia, e precisamente 1kJ a ricerca che corrisponde all'emissione di 0,2 grammi di CO2 nell'atmosfera e il dato non è smentibile anzi, viene riportato dallo stesso Hölzle ma, con una precisazione. I numeri decontestualizzati, dice Hölzle, non forniscono un quadro realistico dell'impatto ambientale del motore di ricerca più efficiente al mondo. È necessario confrontarli con altre attività.
La notizia che il web surriscalda il pianeta ha girato il mondo alla velocità di un click e dopo accese discussioni e numerose accuse, Google prende nuovamente parte al dibattito internazionale e lo fa dal suo blog con il post di Urs Hölzle, Vicepresidente ingegneristico della compagnia.
È vero, Google consuma energia, e precisamente 1kJ a ricerca che corrisponde all’emissione di 0,2 grammi di CO2 nell’atmosfera e il dato non è smentibile anzi, viene riportato dallo stesso Hölzle ma, con una precisazione. I numeri decontestualizzati, dice Hölzle, non forniscono un quadro realistico dell’impatto ambientale del motore di ricerca più efficiente al mondo. È necessario confrontarli con altre attività.
La proposta è comparare i dati sottoaccusa con alcuni gesti quotidiani che producono gas serra come la lettura di un giornale, bere un bicchiere di succo d’arancia, usare una lavastoviglie certificata EnergyStar o mangiare un hamburger.
Queste normali operazioni sono state tradotte in Ricerche Google Equivalenti (GS) e presentate sul blog:
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Emissioni di CO2 per un quotidiano (produzione e distribuzione) = 850 GS
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Bere un bicchiere di succo d’arancia (produzione e distribuzione) = 1.050 GS
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Un ciclo di lavaggio in lavastoviglie certificata EnergyStar = 5.100 GS
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Un viaggio di circa 8 Km con un’auto media americana = 10.000 GS
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Mangiare un cheeseburger (produzione e distribuzione) = 15.000 GS
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Elettricità media consumata da una famiglia-tipo americana al mese = 3.100.000 GS
Le stime presentate suggeriscono uno spostamento delle cause dell’inquinamento su altri fronti ridimensionando le responsabilità di Google.
E la difesa del Vicepresidente incalza. La compagnia risparmia metà dell’energia usata dagli altri motori di ricerca. L’efficienza dei suoi data center è inappuntabile. Nel tempo impiegato da Google per completare una ricerca, il nostro PC utilizza più energia di quanta non ne serva al servizio per darci una risposta. Insomma un vero elogio della responsabilità energetica.
E per chi fosse ancora scettico, l’arringa finale.
Sono molti gli impegni del colosso del web sul piano ambientale, conclude Hölzle, come la cofondazione nel 2007 dell’organizzazione non-profit Climate Savers Computing Initiative, che punta ad aumentare l’efficienza energetica dei PC. Dopo l’assunzione di 200 capre come biogiardinieri, la progettazione del modello Power Meter per i consumi elettrici e non ultimo il servizio di Custom Search Engine per creare motori di ricerca a basso impatto ambientale, Google si proclama innocente.
Serena Bianchi