Fukushima, due anni dopo il terremoto e lo tsunami che distrussero una vasta area del Giappone, alcune persone non sono più rientrate nelle loro case, non hanno avuto neanche la possibilità di rivederle, di visitare il luogo in cui avevano vissuto. È accaduto a Namie-machi, una piccola città della prefettura di Fukushima, da 25 mesi disabitata. Le telecamere di Google si sono spinte al suo interno, per regalare ai suoi ex abitanti la possibilità di rivederla ancora una volta
Fukushima, due anni dopo il terremoto e lo tsunami che distrussero una vasta area del Giappone, alcune persone non sono più rientrate nelle loro case e non hanno avuto neanche la possibilità di rivederle, di visitare il luogo in cui avevano vissuto. È accaduto a Namie-machi, una piccola città della prefettura di Fukushima, da 25 mesi disabitata. Le telecamere di Google si sono spinte al suo interno, per regalare ai suoi ex abitanti la possibilità di rivederla ancora una volta.
O meglio, di guardare ciò che resta della città. Nonostante siano passati due anni dal disastro, alla gente del luogo non è ancora permesso rientrare a Namie-machi. Molti sfollati hanno chiesto di vedere lo stato attuale della loro città. Per motivi di sicurezza ciò non è stato possibile, almeno fisicamente.
Grazie al sindaco di Tamotsu Baba, Namie-machi è finita su Google. Le auto di Street View hanno attraversato il paese catturando immagini panoramiche della città abbandonata esattamente così com’è oggi. Le immagini sono adesso a disposizione su Google Maps, tra esse quella di questa strada, una delle arterie principali di Namie-machi, spesso utilizzata per eventi all’aperto, come i Ten Days of Autumn festival, con 300 bancarelle di strada e 100.000 visitatori.
Molti edifici sono crollati durante il terremoto, e non è stato ancora possibile rimuovere le macerie: “Non siamo neanche in grado di riparare gli edifici danneggiati né i negozi, per prepararli ad un nuovo potenziale impatto con scosse di assestamento” racconta il sindaco.
Questa immagine, sotto, mostra un’area situata ad un chilometro dall’Oceano Pacifico, nell’entroterra. Sopra si può vedere la scuola elementare Ukedo. Nelle vicinanze il Porto Ukedo che prima del sisma vantava 140 imbarcazioni da pesca e 500 edifici. Ma ha subito alcuni dei danni peggiori provocati dallo tsunami.
“Dal disastro, il resto del mondo si è mosso in avanti, e molti luoghi in Giappone hanno iniziato a riprendersi. Ma a Namie-machi il tempo si ferma. Con il pericolo nucleare persistente, siamo solo stati in grado di fare un lavoro superficiale per due anni interi”.
Non solo per gli abitanti. Le immagini di Namie-machi che Google ha messo a disposizione serviranno a ricordare a tutti i danni legati all’incidente nucleare. Quasi un monito, rivolto a chi ancora crede che l’atomo sia una scelta sicura.
Francesca Mancuso
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