Tra contenuti falsi o fuorvianti, anche in fatto di cambiamenti del clima non si risparmiano le fake news sui social.
Anche nei giorni della Cop26 migliaia e migliaia di post su Facebook minimizzano o addirittura negano la crisi climatica. Tra contenuti falsi o fuorvianti, anche in fatto di cambiamenti del clima non si risparmiano le fake news sui social.
È quanto emerge da un rapporto pubblicato dal Real Facebook Oversight Board, un gruppo di controllo indipendente, e dall’organizzazione ambientale no profit Stop Funding Heat. Analizzando i dati provenienti da pagine e gruppi di Facebook, gli studiosi hanno trovato circa 818.000 post di disinformazione sulla crisi climatica, che hanno ricevuto un totale di 1,36 milioni di visualizzazioni ogni giorno. Di questi, solo il 3,6% dei contenuti che fanno disinformazione sul cambiamento climatico rilevati è stato poi verificato da Facebook.
🚨BREAKING🚨 Facebook's Climate of Denial
This quarter we are publishing our Quarterly Harms Report, a compilation of harms that investors have facilitated through ownership.
Working with @stopfundingheat and @SumOfUs, we document Facebook's harms this quarter on climate change pic.twitter.com/1eFdm8onr9
— Real Facebook Oversight Board (@FBoversight) November 4, 2021
Lo studio ha analizzato nello specifico 195 pagine e gruppi noti proprio per il loro scopo di diffondere disinformazione sulla crisi climatica in lingua inglese. Di questi, 41 sono stati considerati “a tema unico”. Questi gruppi con nomi come Climate Change is Natural, Climate Change is Crap e Climate Realism, hanno condiviso soprattutto meme che negano l’esistenza di un cambiamento del clima e deridono i politici che tentano di affrontarlo.
Quello che gli studiosi e attivisti chiedono a Facebook è di “adottare e rendere pubblica una definizione di disinformazione climatica” che segua le ultime linee guida scientifiche. Quindi di seguire un piano rigido e trasparente per la rimozione di notizie false sul tema, vietando la disinformazione climatica a pagamento. Facebook è invitato poi a condividere la sua ricerca interna su come la disinformazione climatica si diffonde sulla piattaforma.
Fanno sapere da Meta:
Questo rapporto usa numeri inventati e una metodologia non corretta per suggerire che il contenuto su Facebook sia disinformazione, quando in realtà si tratta solo di post con cui questi gruppi non sono d’accordo dal punto di vista politico. Infatti, ci sono state oltre 140 milioni di interazioni con i contenuti sul cambiamento climatico durante lo stesso periodo di tempo – più di 14 volte le interazioni che questo rapporto sostiene. Siamo concentrati sulla riduzione dell’effettiva disinformazione sul clima sulla nostra piattaforma, ed è per questo che collaboriamo con una rete globale di fact-checkers e riduciamo la distribuzione di tutto ciò che valutano come falso o fuorviante – e rifiutiamo qualsiasi inserzione pubblicitaria che è stato smentita.
QUI trovate il rapporto completo.
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Fonte: Stop Funding Heat
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