Epidemie semore più sotto controllo grazie ai social network. Lo ha dimostrato un team di ricercatore riferendosi ad una ricerca condotta sull'epidemia di colera legata al terremoto di Haiti e seguita da Twitter
12 gennaio 2010. Esattamente due anni fa, un tremendo terremoto distrusse Haiti. Per 35 secondi la terra tremò sotto la capitale, Port-au-Prince. Migliaia di persone rimasero uccise, e molte altre morirono a seguito del terremoto, a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie. Ma i social network ebbero un ruolo determinante in quell’occasione. Ed in particolare Twitter.
A confermarlo è stato un team di ricercatori della Harvard Medical School. Insieme ai colleghi del Children’s Hospital di Boston, gli esperti hanno così dimostrato come in occasione del tremendo sisma che ha colpito Haiti, le notizie riportate da Twitter sulle epidemie in atto erano andate ben più veloci rispetto a quelle passate dalle fonti ufficiali.
Così, incrociando i dati ufficiali con quelli forniti dal celebre social network, i ricercatori hanno messo in luce che l’uso di Twitter ha fornito un validissimo aiuto nell’analizzare la diffusione delle epidemie. Utilizzando il sito HealthMap realizzato nel 2006 dall’ospedale di Boston per tenere sott’occhio la diffusione di potenziali malattie, gli esperti hanno incrociato le ricerche effettuate sul social network con le statistiche ufficiali facendo un quadro più preciso della diffusione del colera.
Twitter infatti aveva fornito informazioni utilissime riguardo all’epidemia di colera ancora in atto nell’ottobre del 2010, dieci mesi dopo il sisma.
Rumi Chunara, prima autrice dello studio, ha spiegato: “Quando abbiamo analizzato le notizie provenienti da Twitter, relative ai primi giorni di epidemia nel 2010, abbiamo visto che contenevano moltissime informazioni utili sulla trasmissione del colera, e che potevano fornire i dati anche con due settimane di anticipo rispetto alle statistiche ufficiali diramate dal Ministero della Salute e dal Governo di Haiti”.
E a SciDev.Net Chunara ha rivelato che”utilizzando media ‘informali’ rapidi ed efficienti si possono raggiungere le popolazioni che altrimenti non avrebbero accesso alle cure mediche tradizionali“.
Ed è una gran bella notizia anche alla luce degli eventi funesti che ormai quasi quotidianamente balzano ai nostri occhi. La catastrofi naturali sono ormai all’ordine del giorno. La Terra si sta forse ribellando alla barbarie dell’uomo.
Alluvioni, terremoti, tsunami, ma anche disastri ambientali, come quelli causati dal nucleare. Tutto questo, come hanno annunciato gli esperti del Bulletin of the Atomic Scientists, ci ha avvicinati di un minuto alla fine del mondo.
Ma siamo ancora in tempo per rimediare.
Francesca Mancuso