Jackie Dejo è cresciuta sotto i riflettori, sbarcando su Instagram a 8 anni. Ora è una star popolare molto ricca, ma ha scoperto che le sue foto hanno alimentato la pedopornografia
Il caso di Jackie Dejo, uno dei primi esempi di baby influencer, non può che farci riflettere sull’influenza dei social media sui minori e sui rischi che questi corrono in un mondo sempre più connesso. La giovane, ora ventenne, è cresciuta sotto i riflettori, gestita dai genitori e dai brand che l’hanno sponsorizzata fin dalla tenera età.
Ciò che era iniziata come un passatempo familiare su Facebook con foto e video di Jackie sulle piste da snowboard è diventata presto una carriera redditizia: a 8 anni, Jackie è sbarcata su Instagram e ha iniziato a lavorare con marchi sportivi, trasformandosi in una piccola celebrità del web.
Con il tempo, però, l’aumento dei follower ha comportato un cambiamento inquietante nella sua fanbase. Adolescenti e coetanei sono stati affiancati da adulti che, attratti dall’immagine innocente e crescente sensualità della ragazza, hanno iniziato a seguirla con motivazioni meno innocenti.
Le sue foto sono finite su forum pedopornografici e chat di uomini adulti
Tra i 13 e i 15 anni di Jackie la situazione è peggiorata ancora di più quando la ragazza ha avviato collaborazioni che includono promozioni di costumi da bagno e fotografie sempre più allusive, attirando richieste di lavoro da piattaforme dedicate alla condivisione di contenuti provocanti. Pur senza nudità esplicita, le foto erano abbastanza seducenti da trovare rapidamente spazio su forum pedopornografici e chat di uomini adulti.
Finita la scuola aveva già guadagnato più di 800.000 dollari vendendo foto online. Alla maggiore età, Jackie ha deciso di fare il grande salto e ha aperto un profilo su piattaforme come OnlyFans, dove vendeva contenuti a pagamento, e su Playboy, scegliendo di monetizzare la sua immagine in modo più esplicito.
La giovane racconta oggi di sentirsi felice e soddisfatta della sua carriera, che le ha permesso di accumulare un patrimonio sufficiente a garantirle una vita lussuosa, con yacht e case di proprietà. Tuttavia il suo percorso solleva molte domande sui rischi e le conseguenze di esporre i minori a un pubblico globale e incontrollato.
Solo anni dopo, infatti, Jackie ha scoperto la fine che facevano le sue foto e due dei fotografi con cui aveva lavorato sono stati accusati di sfruttamento minorile. E a ciò si aggiunge il fatto che, dal punto di vista psicologico, le implicazioni sono notevoli con i bambini che – esposti sui social fin dalla tenera età – potrebbero non riuscire ad imparare la differenza tra pubblico e privato e creare maschere che ne compromettono l’autenticità.
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Fonte: The New York Times
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