Abbiamo provato BeReal, il nuovo social “senza filtri” che ci chiede di essere veri (ma è davvero così?)

Ogni giorno abbiamo due minuti per scattarci un'unica foto che mostrerà alla nostra comunità cosa stiamo facendo: è la "pretesa di realtà" di quest'app francese che sta spopolando fra i più giovani

I social network, croce e delizia della nostra società: ci permettono di essere informati in tempo reale su quello che accade nel mondo, ci mettono in contatto con i nostri amici lontani ma anche con le celebrità, ci danno la possibilità di esprimere liberamente la nostra opinione o di mostrare al mondo una foto del nostro gattino o ancora di condividere con tutti un momento gioioso come un matrimonio o la nostra laurea.

Ma è tutto vero quello che vediamo in queste grandi “piazze virtuali”? Evidentemente no, visto che sono gli utenti a decidere cosa, quando e in che modalità mostrare se stessi e i propri contenuti digitali, preparandosi e truccandosi adeguatamente per le foto, facendo mille scatti prima di trovare quello giusto da postare, ricorrendo spesso a filtri correttori o addirittura a software di fotoritocco per eliminare i difetti fisici.

Insomma, mostriamo ciò che vogliamo che il mondo veda, il nostro lato migliore, quello più bello e fotogenico, quello più felice e in forma. Perché, comunque, siamo sotto la lente del giudizio degli altri – allo stesso modo in cui noi guardiamo e giudichiamo impietosamente i contenuti condivisi sui social da parenti e amici.

(Leggi anche: Siamo finiti a passare un terzo delle nostre giornate usando app dello smartphone)

In un’ottica di rottura con questi schemi, che ci vogliono sempre perfetti e impeccabili sul palcoscenico virtuale, si pone un nuovo social made in France che sta spopolando in queste settimane e che piace molto alla Generazione Z (ovvero i approssimativamente tra il 1995 e il primo decennio del terzo millennio). Il suo nome è BeReal e, come suggerisce anche il nome, lo scopo è quello di mostrare la realtà “senza filtri” degli utenti.

Il funzionamento è molto semplice, ma le regole sono rigide e insindacabili. Ogni giorno, ad un orario stabilito dall’algoritmo, riceviamo una notifica sul cellulare da parte dell’applicazione: da quel momento, abbiamo solo due minuti per scattare e condividere con gli altri utenti del social due foto scattate nello stesso istante – una con la fotocamera esterna e una con quella interna – per mostrare davvero dove siamo e cosa stiamo facendo.

Due minuti soltanto, ogni giorno ad un’ora diversa e senza preavviso, per prendere il cellulare e far entrare i nostri amici nella nostra vera quotidianità – rigorosamente senza filtri: l’applicazione, infatti, non permette di ritoccare le foto (come invece fa Instagram).

Abbiamo scaricato anche noi l’app BeReal: questo è il doppio scatto che è uscito (©GreenMe)

Si può rifare la foto prima di condividerla, qualora fosse venuta male, ma il social avvisa gli altri utenti del doppio scatto – e li avvisa anche se posponiamo l’orario della foto ad un altro momento della giornata, segnalando chiaramente che la foto è stata scattata e pubblicata oltre i due minuti di tempo stabiliti. I nostri amici e contatti possono reagire alle nostre foto ma non con una semplice emoji, bensì scattandosi un selfie “espressivo” dove il volto indica la reazione che vogliono esprimere.

Un modo nuovo e unico per scoprire chi sono veramente i tuoi amici nella loro vita quotidiana – si legge sul sito web dell’applicazione francese.

Tuttavia, malgrado tutti questi limiti, BeReal piace a sempre più utenti che la scaricano e la usano, come dimostrato dagli ultimi dati: nel primo trimestre del 2022 gli utenti attivi sono cresciuti del 315%, per un totale di 6,8 milioni di iscritti nel mondo.

Evidentemente, la possibilità di entrare nella vita vera degli altri, questo senso di sottile voyerismo che non ci abbandona mai, ma al tempo mostrarsi agli altri per ciò che si è veramente, seduce e affascina il mondo del web.

Siamo davvero prossimi ad un ritorno alla normalità “senza filtri”, alla socialità genuina che ci caratterizzava una volta, oppure questo non è altro che una bizzarra trovata di marketing?

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Fonte: BeReal

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