Il governo di Pechino è nuovamente sotto accusa per la sua gestione della spazzatura spaziale derivante dalle missioni in orbita
È accaduto di nuovo. Un razzo di costruzione e provenienza cinesi, partito domenica dall’isola cinese di Hainan, è in rotta di collisione verso il nostro Pianeta. Il razzo è di tipo Long March 5B e pesa circa 21 tonnellate: esso trasportava il modulo del laboratorio Wentian destinato al modulo all’avamposto orbitale cinese.
Completata la sua “missione”, il razzo ha iniziato una discesa incontrollata verso la Terra e non è ancora chiaro dove potrebbe atterrare. Anche se dovesse rompersi a contatto con l’atmosfera – cosa che certamente accadrà – ci saranno comunque numerosi detriti di grosse dimensioni che raggiungeranno la superficie terrestre, rappresentando una minaccia per l’incolumità delle persone.
È già la terza volta negli ultimi anni che il governo di Pechino si rende responsabile di atterraggi incontrollati di razzi spaziali che minacciano la popolazione terrestre. Già nel 2020 il nucleo di un altro razzo (del peso di 20 tonnellate) era rientrato in modo incontrollato nella nostra atmosfera, passando sopra gli Stati Uniti prima di finire immerso nell’Atlantico.
Nell’aprile dello scorso anno, poi, un altro razzo cinese di tipo Long March 5B aveva portato in orbita il primo modulo della stazione spaziale Tiangong prima di ricadere fuori controllo nell’atmosfera terrestre (ve ne avevamo parlato in questo articolo).
I detriti spaziali rappresentano solitamente un rischio minimo per l’essere umano – rischio che aumenta, ovviamente, all’aumentare delle dimensioni del detrito e alla sua caduta in zone densamente abitate. Uno studio recente pubblicato sulla rivista Nature ha dimostrato tuttavia l’aumento della possibilità che si verifichino incidenti connessi alla caduta di detriti spaziali.
Ciò si verificherebbe soprattutto nel sud del mondo, con i corpi dei razzi che hanno circa tre volte più probabilità di atterrare alle latitudini di Jakarta, Dhaka e Lagos rispetto a quelli di New York, Pechino o Mosca. Il rischio è ammortizzabile grazie alla presenza di tecnologie che possono monitorare rientri “controllati” in zone disabitate (come deserti e oceani) – ma che non tutti i Paesi evidentemente adottano.
Gli Stati Uniti hanno annunciato che seguiranno la caduta del razzo cinese verso la Terra, poiché il punto esatto di ingresso dello stadio del razzo nell’atmosfera terrestre non può essere individuato fino a poche ore dal suo rientro, stimato intorno al 1 agosto.
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Fonte: Aerospace
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