L'Accademia reale svedese delle scienze ha deciso di assegnare il Premio Nobel per la Fisica 2023 a Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L'Huillier "per i metodi sperimentali che generano impulsi di luce ad attosecondi per lo studio della dinamica degli elettroni nella materia"
I loro esperimenti – spiega il Comitato Nobel – hanno fornito all’umanità nuovi strumenti per esplorare il mondo degli elettroni all’interno degli atomi e delle molecole. Hanno dimostrato una tecnica per creare impulsi di luce estremamente brevi che possono essere usati per misurare i processi rapidi con cui gli elettroni si muovono, con questo motivo a conquistare il Nobel per la Fisica 2023 sono stati ben tre scienziati.
Loro sono Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier (una donna!), premiati per lo studio degli attosecondi, i segnali più brevi mai creati dall’uomo e che promettono di aprire la via a una nuova era dell’elettronica.
L’Accademia Reale delle Scienze ha premiato tre pionieri della ricerca sull'”inifinitamente piccolo”, che hanno messo a punto i primi strumenti per poter esplorare il mondo degli atomi e delle molecole.
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The Royal Swedish Academy of Sciences has decided to award the 2023 #NobelPrize in Physics to Pierre Agostini, Ferenc Krausz and Anne L’Huillier “for experimental methods that generate attosecond pulses of light for the study of electron dynamics in matter.” pic.twitter.com/6sPjl1FFzv— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 3, 2023
Pierre Agostini, di origini francesi, lavora all’Ohio State University; Ferenc Krausz, ungherese, dirige in Germania l’Istituto Max Planck di ottica quantistica, Anne L’Huillier, anche lei di origini francesi, lavora all’Università svedese di Lund.
Con i loro esperimenti – prosegue la motivazione – hanno generato impulsi di luce così brevi da essere misurati in attosecondi, dimostrando che questi impulsi possono essere usati per visualizzare quel che accade all’interno degli atomi e delle molecole.
Nello specifico, il premio è andato a una ricerca di base volta a dimostrare in che modo un fenomeno della natura funzioni, senza chiedersi a cosa serve. Lo studio del movimento degli elettroni potrebbe trovare presto applicazioni in elettronica o in diagnostica medica.
Nel mondo degli elettroni – spiegano gli esperti del Comitato Nobel – i cambiamenti si verificano spesso su scale di poche decine di attosecondi. Un attosecondo è così breve che ce ne sono tanti in un secondo quanti sono i secondi trascorsi nell’intera vita dell’universo.
Solo due anni fa, a vincere tra gli altri il Nobel per la Fisica fu il nostro Giorgio Parisi, per “la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”.
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Fonte: Nobel Prize
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