In Italia si alzano i limiti fissati per i campi elettromagnetici in Italia. Il Governo ha appena dato il via libera, senza tener conto dei rischi sollevati dalla comunità scientifica e dalle preoccupazioni per la salute espresse dalle associazioni e dagli stessi cittadini
Il nostro Paese è pronto per innalzare i limiti elettromagnetici in nome del potenziamento della reti 5G e di una maggiore competitività. Alla fine è stato approvato dalla IX Commissione del Senato l’emendamento al Ddl Concorrenza che prevede il passaggio dagli attuali 6 V/m a 15 V/m.
Finalmente l’Italia si muove nella direzione europea, recuperando ritardi decennali – con queste parole il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha annunciato la svolta. – Questa misura rappresenta una svolta importante per lo sviluppo del Paese: migliorerà infatti la connettività mobile sul territorio, garantendo una qualità di servizi superiore per i cittadini e consentirà alle imprese di diventare più competitive.
Ma siamo davvero certi che si tratti di un importante passo avanti? Per le compagnie della telecomunicazione, che ne trarranno, indubbiamente sì. A rimetterci, tuttavia, è la salute della popolazione, che così non verrebbe tutelata, dato che non vengono presi in considerazione i vari studi sui rischi legati all’esposizione ai campi elettromagnetici.
Le reazioni contrarie all’emendamento
A scagliarsi duramente contro questa decisione il Vicepresidente della Camera dei deputati Sergio Costa.
Un altro emendamento che, nel nome di una pseudo maggiore produttività, non tiene conto della salute dei cittadini. – commenta – È totalmente inaccettabile la modifica al Ddl Concorrenza che aumenta da 6 V/m a ben 15 V/m, su una media calcolata su 24 ore, la soglia dei campi elettromagnetici. Senza un approfondimento tecnico, senza tenere conto delle tante sentenze esistenti. È gravissimo. Da ministro dell’ambiente ritenni di dover applicare il principio di precauzione, non elevando i limiti. Principio che questo governo continuamente calpesta.
Negli scorsi mesi anche l’associazione Legambiente aveva evidenziato le criticità connesse all’innalzamento dei limiti elettromagnetici.
Numerosa la letteratura scientifica che non viene presa in considerazione con questa scelta e che sottolinea effetti avversi non termici correlati alla esposizione ai campi elettromagnetici artificiali emessi da apparati radioelettrici (come tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, danni alla fertilità maschile e femminile, danni al DNA – vedi, a titolo di esempio, Bioinitiative Report 2012-20222 ), nonché con riferimento alle nuove tecnologie di comunicazione mobile (STOA 20213 – IEEE 20234 ). – aveva evidenziato Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – Legambiente, che non è affatto sola in questa battaglia ma accom pagnata dalla Rete 6 V/m per 6 minuti e da numerosi scienziati e ricercatori, esprime la netta contrarietà a questa scelta, che non ha nessun presupposto né tecnico né tanto meno scientifico. Infatti, non esiste neanche il fantomatico problema della saturazione degli spazi elettromagnetici.
Anche le associazioni che si occupano di tutela dei consumatori, fra cui il Codacons, si sono schierate contro l’emendamento. Facendo notare l’insensatezza della mossa e che l’Italia è l’unico Paese in Europa che misura i campi sulla media delle 24 ore invece che sulla media dei 6 minuti, ieri il presidente di Legambiente Stefano Ciafani aveva ribadito al Governo l’importanza di aprire un tavolo di lavoro e di confronto per ragionare, tutelando il benessere dei cittadini. L’appello, però, non è stato accolto. Anzi, l’emendamento è stato annunciato in pompa magna.
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Fonte: Governo/ Legambiente
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