Smartphone sempre scarichi? Una soluzione arriva dall'Ohio State University che ha trovato il modo per far durare le batterie del cellulare fino al 30 per cento in più recuperando l'energia sprecata
Smartphone sempre scarichi? Una soluzione arriva dall’Ohio State University che ha trovato il modo per far durare le batterie del cellulare fino al 30 per cento in più recuperando l’energia sprecata dai segnali radio emessi. Ma siamo sicuri che le onde radio siano davvero la soluzione giusta? Davvero abbiamo bisogno dell’inquinamento elettromagnetico per tenere in vita i nostri gadget elettronici?
Recuperare energia significa utilizzarne anche minori quantità per la carica. È questo ciò a cui punta la tecnologia essa a punto dagli scienziati americani, che funziona utilizzando un circuito in grado di convertire alcuni dei segnali radio del telefono in corrente continua (Direct Current o DC) e usarla per ricaricarne la batteria.
I ricercatori hanno stimato che circa il 97 per cento dei segnali dei cellulari non arrivano mai a destinazione e semplicemente si perdono, ma con questa tecnologia potrebbe essere recuperata quasi tutta questa “perdita”, riutilizzandola per far durare di più la carica.
“Quando comunichiamo con una cella o un router Wi-Fi, viene perduta davvero tanta energia”, ha spiegato Chen Chi-Chih, professore associato di ingegneria elettrica e informatica. “Noi ricicliamo un po’ di quell’energia sprecata nella batteria”.
Secondo gli scienziati, la tecnologia potrebbe essere aggiunta agli smartphone senza aggiungere peso o spessore notevole ma si sta lavorando su una sorta di pellicola da applicare nella parte esterna del cellulare.
Non si tratta di una novità assoluta. Esistono già in commercio alcuni sistemi che raccolgono i segnali radio vaganti per ricaricare piccoli dispositivi wireless come i sensori di temperatura. Ma l’invenzione dell’Ohio State è più potente ed efficiente, secondo quanto sostiene Robert Lee, professore di ingegneria elettrica e informatica.
“Questi dispositivi cercano di raccogliere piccoli ‘pezzi’ di energia dall’aria. La nostra tecnologia si basa sull’energia raccolta direttamente dalla fonte. Essi possono catturare microwatt o addirittura nanowatt (milionesimi o miliardesimi di watt), ma i telefoni cellulari hanno bisogno di milliwatt (millesimi di watt)” spiega, precisando però che nessuno può ancora caricare un telefono cellulare usando l’aria, “ma siamo in grado di ridurre il consumo di energia recuperando alcuni di questi milliwatt perduti”.
In questo modo anche gli smartphone imparerebbero a “riciclare”. Ma siamo davvero sicuri di volerli sempre carichi? Non sarebbe meglio, ogni tanto, staccare la spina dalla tecnologia e concedersi una bella passeggiata all’aria aperta?
Francesca Mancuso
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