Scroll Free September: riuscite a stare senza social per un mese. La sfida lanciata dagli inglesi.
Gli inglesi lanciano lo Scroll Free September, una “dieta” detox per disconnettersi almeno per un mese e tornare alla vita reale
Buoni propositi per la nuova stagione? Disintossicarsi da smartphone e dispositivi vari. Se lo augurano i britannici che lanciano la singolare campagna “Scroll Free September”, con cui incoraggiano a frenare un po’ la maniaca abitudine di controllare di continuo social network e compagnia cantante.
Per un mese o giù di lì tutti fuori dalla connessione compulsiva: un’iniziativa sulla scia di “Dry January”, che invita a rimanere sobri per un mese, o “Stoptober”, un mese senza fumo, con la quale la Royal Society of Public Heath mira ad arrestare gli impatti negativi sulla salute mentale (e non solo) causati dalla costante presenza online.
Per ora circa 320mila persone si sono impegnate a partecipare allo Scroll-Free September e sul sito della Royal Society for Public Health c’è un countdown scritto a caratteri cubitali alla fine della sfida che la storia associazione ha lanciato a tutti i cittadini della Gran Bretagna.
Spesso, soprattutto tra i più giovani, un uso eccessivo dello smartphone e quello “scroll” senza fine rischiano di creare un vero e proprio distacco nelle relazioni durante la normale vita quotidiana. Il progresso della tecnologia ha sì dei lati positivi, ma tanti altri negativi tanto che alcuni studi di psicologia hanno evidenziato problemi di ansia e stress e determinati disturbi legati all’abuso di internet, tra cui la pericolosa tendenza ad uscire meno di casa per trascorrere del tempo a navigare sul cellulare.
Ben vengano, quindi, campagne come questa che invitano a rinunciare a tutti i social network per un mese con l’obiettivo che chi vi aderisce non li utilizzi più con la stessa frequenza di prima.
“Se utilizzati nel modo giusto, i social media possono avere aspetti positivi per la salute mentale e il benessere, compreso il miglioramento della connessione sociale e l’essere una fonte di supporto emotivo”, evidenzia Shirley Cramer, capo esecutivo della Royal Society of Public Heath.
Anche se in UK, quest’iniziativa potrebbe essere anche qui da noi un buon pretesto per darci un attimo di stop in questo compulsivo mondo del “costantemente connesso”. Prediamoci una pausa e annotiamo una volta per tutte gli aspetti che potrebbero avere un impatto negativo su di noi e sulla nostra salute, per tenercene distanti quel tanto che basta per salvare le nostre relazioni sociali.
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Germana Carillo