Lensa: ecco perché non dovresti usare l’app che trasforma i tuoi selfie in avatar

Probabilmente nell'ultimo periodo vi sarà capitato di vedere foto create su Lensa, un'app che sta letteralmente spopolando. La sua particolarità è quella di creare da dei semplici selfie ritratti fantastici in versione "avatar". Ma a che prezzo?

Ciclicamente compaiono app che permettono di vederci “un po’ diversi” da come siamo nella realtà. Non stiamo parlando solo di filtri che tolgono le rughe e ci rendono più belli ma vere e proprie applicazioni in grado di creare nuove versioni della nostra immagine.

In questo caso facciamo riferimento a Lensa che permette di trasformare il nostro viso, grazie all’intelligenza artificiale e a partire da una serie di selfie, in quello di un avatar (quindi un ritratto fantastico).

La cosa sta facendo letteralmente impazzire il mondo dei social dove poi queste originali foto vengono condivise.

In realtà, l’app Lensa esiste da anni (è nata nel 2018) ma solo da novembre ha aggiunto alle sue funzionalità proprio il “magic avatar” e da quel momento in poi il suo successo è arrivato alle stelle (nonostante il servizio sia a pagamento).

Pensate che, secondo le stime della società di analisi Sensor Tower, sono oltre 4 milioni le persone che nel mondo hanno scaricato Lensa nei primi giorni di dicembre.

Le criticità su privacy, sicurezza e costi

Un po’ come è successo a suo tempo con FaceApp, l’applicazione che ci trasformava in “vecchietti”, anche in questo caso sicurezza e privacy sono, secondo gli esperti, potenzialmente minacciate. In particolare, a preoccupare è la possibilità che avvengano furti di immagini prese dal web per tenere in allenamento l’algoritmo.

Infatti, il sistema di creazione del ‘magic avatar’, si basa su un generatore di immagini Stable Diffusion, che utilizza enormi database di foto prese dal web (senza permesso) appunto per addestrarsi.

Un’altra criticità riguarda il fatto che, almeno potenzialmente, ciascuno con il proprio account può trasformare anche foto di altri e quindi c’è il rischio di abusi (anche su minori). Inoltre, spesso le foto delle donne risultano alla fine “sessualizzate” ed è facile che l’app restituisca diverse immagini con nudità implicita.

Anche i creator digitali si sono rivoltati contro l’app, in quanto sostengono che alcuni stili sono stati copiati senza tenere conto del copyright e che in questo modo l’Intelligenza artificiale può riuscire a sostituire il loro lavoro.

C’è poi il discorso dei costi. Appena scaricata l’app si può utilizzare per un periodo gratuito di prova di 7 giorni che però, se non si disdice correttamente, passa direttamente all’attivazione del servizio al costo di 29,99 euro annui.

Se proprio non potete fare a meno di utilizzare quest’app, prima di farlo, leggete con attenzione l’informativa sulla privacy e sulle condizioni d’uso, in modo da sapere quanto meno come, dove, quando (e per quanto) verranno utilizzati i vostri dati.

La posizione di Lensa

In merito alla gestione delle foto degli utenti, l’azienda Prisma Labs che ha lanciato l’app ha dichiarato a Wired US:

Lensa utilizza una copia del modello di Stable diffusion, a cui insegna a riconoscere il volto sulle immagini caricate per ogni caso particolare. Ciò significa che esiste un modello separato per ogni singolo utente. Le foto degli utenti sono eliminate dai nostri server non appena vengono generati gli avatar. I server si trovano negli Stati Uniti.

Il problema è che al momento non esiste alcuna indagine o valutazione indipendente di ciò che Lensa davvero fa con le foto e i dati che volontariamente gli forniamo per utilizzare i servizi che offre.

Ne vale davvero la pena?

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