Rifiuti elettronici: il PE vota a favore dello standard unico per i caricabatterie. Apple si dovrà adeguare?

Il Parlamento europeo ha votato a favore dell’USB tipo C quale unica soluzione di ricarica universale per piccoli dispositivi portatili.

Per favorire la riduzione dei rifiuti elettronici, un connettore unico per tutti gli smartphone e per la piccola elettronica: il Parlamento europeo ha votato nei giorni  a favore dell’USB tipo C quale unica soluzione di ricarica universale per piccoli dispositivi portatili da adottare entro luglio 2020.

La risoluzione è passata con 582 voti a favore a 40 contrari. I deputati chiederanno ora alla Commissione europea di adottare le nuove norme, in modo da consentire ai consumatori di utilizzare un singolo caricatore per tutti i modelli di smartphone e tablet, riducendo così gli sprechi.

Vi è una urgente necessità di un’azione normativa dell’UE – scrivono – per ridurre i rifiuti elettronici e consentire ai consumatori di fare scelte sostenibili”, chiedendo così una volta per tutte l’introduzione obbligatoria di caricabatterie comuni per tutti i dispositivi mobili.

In passato, i telefoni cellulari erano compatibili solo con caricabatterie specifici singolarmente e si stima che solo nel 2009 fossero in uso 500 milioni di telefoni cellulari in tutti i paesi dell’UE. I caricabatterie utilizzati variavano spesso in base al produttore e al modello e fino a poco tempo fa erano sul mercato più di 30 diversi tipi di caricabatterie.

Oltre a causare disagi al consumatore, ciò ha creato inutili rifiuti elettronici. È per questo che da oltre 10 anni, i deputati europei chiedono un caricabatterie comune per telefoni cellulari, tablet, lettori di e-book e altri dispositivi portatili. E non solo, secondo la risoluzione il Parlamento vuole anche che la Commissione:

  • adotti misure per garantire l’interoperabilità dei diversi caricabatterie wireless con diversi dispositivi mobili;
  • prenda in considerazione iniziative legislative per aumentare il volume di cavi e caricabatterie raccolti e riciclati negli Stati membri;
  • garantisca che i consumatori non siano più obbligati ad acquistare nuovi caricabatterie con ogni nuovo dispositivo

La posizione di Apple

Negli anni la maggior parte delle aziende si è convertita allo standard di ricarica di tipo USB e, per gli ultimi modelli immessi sul mercato, al più recente USB-C. Eppure, il passaggio a un caricabatterie comune influirebbe su Apple più di qualsiasi altra azienda poiché i suoi iPhone e la maggior parte dei suoi prodotti sono alimentati dal cavo Lightning (mentre i dispositivi Android sono alimentati da connettori USB-C).

Tra i colossi, quindi, solo l’azienda di Cupertino ha espresso il suo parere contrario a una norma che potrebbe “ostacolare l’innovazione” e creare una montagna di rifiuti elettronici. A supporto delle sue affermazioni, la società ha commissionato uno studio alla Copenhagen Economics dal quale è emerso che una norma che regolamenti la messa in commercio di un caricabatterie universale costerebbe ai consumatori almeno 1,5 miliardi di euro, superando di gran lunga i 13 milioni di euro di benefici ambientali associati alla riduzione di CO2.

“Oltre 1 miliardo di dispositivi Apple con connettore Lightning sono stati spediti in tutto il mondo, senza considerare un intero ecosistema di produttori di accessori e altri dispositivi che utilizzano la porta Ligthtning per servire i nostri clientiscrivono dalla Apple. Vogliamo fare in modo che qualsiasi normativa non comporterà la spedizione di cavi o adattatori esterni non necessari, solo per renderli compatibili con nuovi standard. La norma renderebbe anche obsoleti i dispositivi e gli accessori utilizzati da milioni di utenti in tutto il mondo.

cavi apple

Questo comporterebbe un volume senza precedenti di rifiuti elettronici e un grande disagio per gli utenti. Essere costretti a sconvolgere questo enorme mercato avrà conseguenze ben al di là degli obiettivi dichiarati della Commissione”. Ed è per questo che spera che la Commissione continuerà a “cercare una soluzione che non limiti la capacità del settore di innovare”.

Secondo le stime, ogni anno vengono generati circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici a livello globale, con una media di oltre 6 kg per persona. In Europa, i rifiuti elettronici totali generati nel 2016 sono stati di 12,3 milioni di tonnellate, equivalenti a 16,6 kg in media per abitante. Va da sé, infine, che brevi cicli di vita per alcuni dispositivi portano anche a più sprechi elettronici. Se un connettore unico può servire a fare la nostra parte per l’ambiente ben venga.

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