Dopo gli aggiornamenti in materia di accesso e privacy, ChatGPT torna in Italia: ecco cosa è cambiato dopo la sospensione richiesta dal Garante della Privacy Digitale
Vi abbiamo già parlato di ChatGPT, un software molto discusso che sfrutta l’intelligenza artificiale per simulare ed elaborare chat con gli esseri umani.
Lo scorso 5 aprile il Garante della Privacy Digitale (GDPD) ne aveva chiesto la sospensione dopo che il chatbot aveva subito una perdita di dati che riguardavano riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative ai suoi abbonati.
Dopo un periodo di sospensione, ChatGPT è pronto a tornare disponibile nel nostro Paese grazie all’introduzione di nuove misure di sicurezza e alla diffusione di informazioni più dettagliate al fine di rendere gli utenti consapevoli dei loro diritti.
I provvedimenti, operati da OpenAI (la società statunitense che gestisce il software), sono nel dettaglio:
- la pubblicazione di un’informativa per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi (oltre che per ricordare agli utenti il diritto di opporsi a tale trattamento);
- l’ampliamento di un’informativa relativa al trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio: tale informativa è ora accessibile già al momento della registrazione, prima che un utente inizi a usare il servizio;
- il riconoscimento per tutti gli utenti del diritto a opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile;
- l’introduzione di pulsante attraverso il quale, per accedere al servizio, tutti gli utenti dovranno dichiarare di essere maggiorenni (o ultratredicenni con il consenso dei genitori); a questo scopo è stato introdotto il blocco della registrazione degli under tredici grazie alla richiesta della data di nascita.
L’Autorità riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati – si legge nel comunicato stampa del GDPD.
L’Autorità proseguirà dunque nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAI e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea.
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Fonti: Garante della Privacy Digitale
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