I Cellulari sono davvero dannosi per la salute. La denuncia di Report

Partiamo da una premessa che, a rigor di logica, dovrebbe aprire una nuova pagina nel dibattito circa l'effettivo danno umano causato dalle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari: la maggior parte delle ricerche in materia sono finanziate dagli stessi produttori di device, spesso tramite società di comodo o triangolazioni di denaro per non lasciare tracce alle proprie spalle. La denuncia, andata in onda ieri sera su Rai Tre, in una puntata firmata Report e intitolata “L'onda lunga”, svela particolari sconvolgenti, dinamiche commerciali che mutano il consumatore in una macchina commerciale privandolo della propria dignità.

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I cellulari sono dannosi per la salute? Partiamo da una premessa che, a rigor di logica, dovrebbe aprire una nuova pagina nel dibattito circa l’effettivo danno umano causato dalle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari: la maggior parte delle ricerche in materia sono finanziate dagli stessi produttori di device, spesso tramite società di comodo o triangolazioni di denaro per non lasciare tracce alle proprie spalle. La denuncia, andata in onda ieri sera su Rai Tre, in una puntata firmata Report e intitolata “L’onda lunga”, svela particolari sconvolgenti, dinamiche commerciali che mutano il consumatore in una macchina commerciale privandolo della propria dignità.

A finire sotto accusa la Motorola, il colosso statunitense dell’elettroinica, e i test del Sar, Specific Absorption Rate, un parametro che indica la percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano esposto a campo elettromagnetico a radio frequenza. La prima, secondo l’inchiesta, avrebbe cercato di “occultare” i risultati di uno studio del dottor Henry Lay, dell’Università di Seattle, e del ricercatore Jerry Phillips, secondo cui l’esposizione alle onde, testata su topi da laboratorio, porterebbe a un’interruzione del Dna anticipando le pericolose patologie come il cancro.

Le indagini del Sar invece, spiega lo staff di Milena Gabanelli, sarebbero stati ideati dalle stesse aziende produttrici di telefoni e, a detta di Fiorenzo Marinelli, ricercatore del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), i metodi scientifici utilizzati pregiudicherebbero gli stessi risultati offrendo simulazioni cerebrali non attendibili in ricerca.

Al contrartio, i dati forniti da Report dimostrerebbero il sostanziale danno all’uomo delle onde. Lo scorso giugno l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha reso noto che l’uso dei cellulari, e più in generale del wireless, in un arco temporale pari a 10 anni di esposizione per 30 minuti al giorno potrebbe favorire il cancro al cervello. E i bambini, inoltre, sarebbero più a rischio degli adulti. L’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha tuttavia classificato di recente le radiofrequenze generate dai cellulari a livello di pericolosità 2B, sullo stesso piano del caffè.

Parallelamente, un curioso studio del National Institute of Health e pubblicato sul Journal of the American Medical Association ha rivelato che le onde emesse dai device mobili avrebbero non solo effeti negativi sull’uomo, ma anche positivi, evidenziando un aumento il metabolismo del glucosio nella parte cerebrale più vicina al cellulare acceso.

Fa fede alla chiarezza il dossier “Cell Phone Radiation: science review on cancer risks and children health redatto dall’Environmental Working Group (EWG) con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione e diffondere dati, rischi e consigli sulle radiazioni emesse dai telefonini. Non è da escludere che lo stesso ex ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, lo abbia letto. In un servizio mandato in onda successivamente la Gabanelli ha infatti dichiarato, con una “sottile e impercettibile” ironia, che “l’antenna dà fastidio solo quando ce l’hai di fronte casa“. Il riferimento è al capogruppo del Pdl in Senato, reo, secondo Report, di aver fatto spostare un ripetitore telefonico situato a pochi metri dalla sua residenza estiva sull’isola di Marettimo (in provincia di Trapani) per paura di essere colpito dalle radiazioni emanate dall’apparecchio.

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