Secondo uno studio italiano, l'uso del cellulare potenzia l'attività cerebrale
Parlare al cellulare fa bene o fa male? Le ricerche sul modo in cui i telefonini influenzano l’attività cerebrale sono frequenti e, a quanto pare, dagli esiti più disparati. Solo un mese fa, addirittura l’OMS aveva messo in guardia sui nostri amati cellulari e ai danni per la salute e le loro potenzialità cancerogene, ma a quanto pare, i telefonini sarebbero anche ricchi di benefici per la nostra mente.
È giunta ad una simile conclusione l’ultima ricerca, condotta da un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, secondo i quali i cellulari potrebbero addirittura avere la capacità di accrescere l’eccitabilità dei neuroni e soprattutto di quelli che si trovano in prossimità dell’antenna.
Lo studio, diretto da Paolo Maria Rossini in collaborazione con il Campus Bio-Medico di Roma, ha dunque scoperto che i cellulari riescono ad “elettrizzare” il cervello, modificandone a tutti gli effetti l’attività cognitiva. Ciò significa che alcuni processi verrebbero addirittura migliorati, riducendo contemporaneamente le risorse necessarie al nostro cervello per operare in maniera efficiente.
Analizzando le performance di alcuni soggetti sani, sottoponendoli ad alcuni test congitivi, gli studiosi hanno poi esposto il loro cervello alla stimolazione GSM legata ai telefoni cellulari. Infine, attraverso l’encefalogramma hanno monitorato la loro attività cerebrale durante i test.
E il risultato secondo Rossini, è stato chiaro. L’esposizione al GSM infatti può “in qualche maniera migliorare l’efficienza neurale” visto che gli utenti hanno mostrato di “di rispondere in maniera più veloce, pur attivando una quantità inferiore delle loro risorse neurali“.
Alla base di tale “miglioramento” vi sarebbe la modulazione delle frequenze alfa del cervello, deputate all’attenzione e alla concentrazione e influenzate in maniera positiva dalle elettromagnetiche dei cellulari. Spiega Rossini: “Questo dato di per sé non è né positivo né negativo ma ci incita ad approfondire con ricerche ulteriori l’influenza dei cellulari sull’attività neurale e le conseguenze potenziali di essa“.
Tale scoperta potrebbe avere risvolti utili nel trattamento di alcune patologie cerebreali tra cui l’Alzheimer, come ha confermato Rossini: “Quello dei cellulari potrebbe essere un effetto positivo, per esempio, in situazioni in cui l’obiettivo sia aumentare l’eccitabilità del cervello di un soggetto malato“.
In attesa che l’OCSE si pronunci ufficialmente e che ci si metta d’accordo sugli effetti a lungo termine dell’uso dei telefonini, noi vogliamo ribadire i nostri consigli per ridurre i danni provocati da una lunga esposizione alle onde elettromagnetiche dei telefonini.
Francesca Mancuso