Apple: nuove accuse di sfruttamento del lavoro minorile nelle fabbriche cinesi dell’iPhone 5 low-cost

Ancora guai per Apple. Ieri, il China Labor Watch (CLW) ha pubblicato un dossier che denuncia le violazioni del lavoro dei tre stabilimenti di Pegatron, uno dei principali fornitori di Apple. Nel 2013, Cupertino ha aumentato i suoi ordini in queste fabbriche, ma secondo l'indagine le condizioni dei lavoratori non sarebbero affatto buone

Ancora guai per Apple. Ieri, il China Labor Watch (CLW) ha pubblicato un dossier che denuncia le violazioni del lavoro dei tre stabilimenti di Pegatron, uno dei principali fornitori di Apple. Nel 2013, Cupertino ha aumentato i suoi ordini in queste fabbriche, ma secondo l’indagine le condizioni dei lavoratori non sarebbero affatto buone.

Così, dopo l’accusa di sfruttamento del lavoro minorile imputata ad Apple qualche tempo fa per la Foxconn, anche Pegatron non se la cava a buon mercato. Il documento, consultabile qui, ha evidenziato almeno 86 violazioni dei diritti del lavoro, di cui 36 violazioni di legge e 50 violazioni etiche.

Le violazioni rientrano in 15 categorie, eccone alcune: assunzione con discriminazione, violazioni dei diritti delle donne, lavoro minorile, violazione di contratto, formazione dei lavoratori insufficiente, orari di lavoro eccessivi, salari insufficienti, cattive condizioni di lavoro e di vita, difficoltà nel prendere congedo, preoccupazioni per la sicurezza, canali di reclamo inefficaci e inquinamento ambientale.

In breve, le fabbriche Pegatron stanno violando un gran numero di leggi e standard internazionali e cinesi, nonché le norme del codice di responsabilità sociale e di condotta di Apple

Le ore di lavoro settimanali medie delle tre fabbriche secondo CLW sono circa 66 ore, 67 ore e 69 ore rispettivamente. Per esempio, alla Pegatron di Shanghai, l’indagine ha scoperto che i lavoratori sono stati costretti a firmare i moduli che indicavano che le loro ore di lavoro straordinario erano state inferiori ai livelli attuali.

Inoltre, secondo il dossier, nessuna delle fabbriche Pegatron fornirebbe una formazione sufficiente sulla sicurezza ai lavoratori. Ma non è tutto. Secondo le accuse, a Riteng e AVY, l’acqua e i rifiuti vengano smaltiti direttamente nella rete fognaria, inquinando la fonte d’acqua locale.

Il direttore esecutivo Li Qiang di CLW ha commentato così la presentazione dei risultati: “Le nostre indagini hanno dimostrato che le condizioni di lavoro nelle fabbriche Pegatron sono anche peggio di quelli delle fabbriche Foxconn. Apple non ha tenuto fede alle proprie norme. Questo porterà i fornitori di Apple ad abusare del lavoro, al fine di rafforzare la loro posizione per la ricezione degli ordini. In questo modo, Apple sta peggiorando le condizioni dei lavoratori”.

Dal canto suo, Apple si è difesa. Con un comunicato, riportato dal Wall Street Journal, la società di Cupertino ha risposto alle accuse , dicendo che le ore di lavoro emerse dalle 15 verifiche effettuate negli stabilimenti Pegatron dal 2007 ad oggi hanno evidenziato 46 ore di lavoro settimanali.

Il loro ultimo report contiene affermazioni che sono nuove per noi e che studieremo immediatamente. I nostri team di audit torneranno a Pegatron, RiTeng e AVY per le ispezioni speciali questa settimana. Se il nostro audit troverà che i lavoratori sono sottopagati o ad essi è stato negato il pagamento per ogni momento che hanno lavorato, si richiederà a Pegatron di rimborsarli integralmente”.

Francesca Mancuso

Foto: Zdnet

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