La Spagna dice no al video gioco spagnolo 'Toro' della Reco Technology, in cui l'utente può calarsi nei panni di un matador in una corrida. Il suo lancio avverrà nel primo trimestre di quest'anno per PlayStation 4, Xbox One e PC, ma sono in molti a credere che si tratti di un'incitazione al maltrattamento animale e alla violenza e a chiedere di non renderlo disponibili per la vendita
La Spagna dice no al video gioco spagnolo ‘Toro’ della Reco Technology, in cui l’utente può calarsi nei panni di un matador in una corrida. Il suo lancio avverrà nel primo trimestre di quest’anno per PlayStation 4, Xbox One e PC, ma sono in molti a credere che si tratti di un’incitazione al maltrattamento animale e alla violenza e a chiedere di non renderlo disponibili per la vendita.
La proposta per il ritiro del gioco parte da una petizione lanciata su Change.org, che sta avendo un grande successo tra gli utenti, con un totale di quasi 60mila firme da quando è stato avviata.
“Chiediamo a XBox (Microsoft) di non contribuire all’ancoraggio culturale, alla barbarie e al maltrattamento animale con l’uscita di questo gioco sulla sua piattaforma. Nel territorio spagnolo sono già molti comuni e città che si sono dichiarate anti-corrida, e la tendenza è quella di andare verso una totale abolizione nel prossimo futuro. Questo gioco è un disperato tentativo di normalizzare un atto che per natura è un abuso e glorifica il maltrattamento animale”, si legge nel testo.
La Spagna è un paese in cui sta aumentando sempre più la consapevolezza emergente contro gli abusi sugli animali. La corrida è in declino, con un taglio netto delle sovvenzioni e una marcata assenza di pubblico. Ma Microsoft fa sapere che non vieterà Toro, facendo appello alla libertà di espressione degli sviluppatori
“Proprio come accade in tv e nei film, crediamo che gli sviluppatori dovrebbero avere la libertà di creare una varietà di giochi e esperienze di intrattenimento vari come la domanda dei consumatori”, ha spiegato.
La divisione spagnola della società aggiunge, inoltre, che gli utenti “dovrebbero essere liberi di scegliere quali giochi comprare. Naturalmente, sempre nel rispetto dei limiti e delle restrizioni imposte dalla normativa vigente. Da parte loro, i creatori di Toro dicono che il loro “è un gioco per nulla violento e non mostra neanche una goccia di sangue. Si tratta di un gioco arcade che vuole essere divertente, senza promuovere gli abusi sugli animali”.
La replica degli attivisti non si è fatta attendere:
“Sappiamo tutti che nella vita reale abusare, torturare e uccidere una persona è un crimine. Aessun giocatore in piena padronanza delle sue facoltà mentali verrebbe in mente di riprodurre nella vita reale una partita del video gioco a cui ha appena giocato. La differenza è che nel caso del gioco TORO, quello che si svolge nella finzione può avvenire anche nella a vita reale sotto il pretesto si chiamare ciò “tradizione”, “cultura” e “fiesta“”, scrivono. E, in effetti, non sempre il termine “legale” è necessariamente sinonimo di “giusto”.
L’unica amara soddisfazione, fa notare qualche utente, è che nel videogioco si può anche comandare il toro e scagliarlo contro il matador…
Per firmare la petizione clicca qui
Roberta Ragni
Leggi anche
Corrida: stop ai fondi UE per gli allevamenti di tori
Madrid: corrida sospesa, la rivincita dei tori