Il tessuto innovativo che incamera energia solare e cinetica per alimentare smartphone e dispositivi mobili
Muoversi, magari all’aperto, in una bella giornata di sole, e produrre così tutta l’energia necessaria ad alimentare smartphone, tablet, computer e quant’altro: è quello che potrebbe accadere se l’innovativo tessuto realizzato nei laboratori del Georgia Institute of Technology venisse prodotto su scala industriale e commercializzato come parte integrante di capi di abbigliamento e tessili per la casa.
Il tessuto in questione è stato appena presentato su Nature Energy, in un articolo dal titolo Micro-cable structured textile for simultaneously harvesting solar and mechanical energy, ed è in grado di produrre energia sfruttando movimento e luce solare. Una combinazione che spiana la strada per lo sviluppo di indumenti in grado di alimentare dispositivi portatili come smartphone, tablet o rilevatori GPS.
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Per ottenere questo speciale tessuto, il team di ricerca di Atlanta ha unito delle celle solari realizzate a partire da fibre di polimeri con dei nanogeneratori triboelettrici a base di fibre, utilizzando una macchina tessile commerciale.
“La spina dorsale del tessuto è fatta di materiali polimerici di utilizzo comune, che sono poco costosi da realizzare e rispettosi dell’ambiente.” – ha spiegato a riguardo Zhong Lin Wang, co-autore dell’articolo e docente presso il dipartimento di Ingegneria e Scienze dei Materiali del Georgia Tech – “Anche gli elettrodi sono realizzati attraverso un processo a basso costo, il che rende possibile la produzione su larga scala.”
Secondo Wang, questo tessuto innovativo, flessibile e traspirante, spesso appena 320 micrometri (pari a 0,32 millimetri), potrebbe essere facilmente integrato in indumenti o tende, in modo da essere effettivamente utilizzato come fonte di energia nella vita quotidiana.
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I primi test condotti in laboratorio indicano che il tessuto può produrre energia anche in condizioni ambientali non ottimali e che può resistere ad un uso “ripetuto e rigoroso”. Le ricerche attualmente in corso si stanno concentrando sulla sua durevolezza, per comprendere quanto a lungo sia in grado di produrre energia. Le tappe successive dello studio includono l’ottimizzazione del tessuto in vista di un suo uso industriale: tra le migliorie da apportare individuate dagli scienziati c’è anche lo sviluppo di un adeguato sistema di incapsulamento, che sia in grado di proteggere le sue componenti elettriche da pioggia e umidità.
È troppo presto per dire se e quando le t-shirt o i pantaloni che indossiamo saranno in grado di alimentare i nostri telefoni cellulari e una lunga serie di altri dispositivi portatili, ma la strada intrapresa sembra comunque quella giusta.
Lisa Vagnozzi