ChatGPT utilizzato dagli studenti ha conseguenze dannose oppure no? Un nuovo studio rivelerebbe un collegamento tra uso di ChatGPT e calo delle prestazioni accademiche
Da poco più di un anno è entrato prepotentemente nelle nostre vite un’altra diavoleria tecnologica: l’intelligenza artificiale, e tutto il miscuglio di pregi e difetti che porta con sé. Un pregio? La sua velocità nella reperibilità delle informazioni. Un suo difetto? È uno strumento ancora incompleto.
Ma proprio un enorme database e la sua caratteristica di “assistente” ha fatto sì che ChatGPT, la stra-nota piattaforma di “OpenAI” lanciata sul mercato a novembre 2022, sia annoverata tra gli strumenti più utilizzati anche tra i banchi di scuola.
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Sempre più docenti, infatti, soprattutto negli Stati Uniti, hanno dato e stanno dando un vero e proprio valore didattico di ChatGpt. Ma è un bene o un male?
Cos’è ChatGPT
Chat GPT è l’abbreviazione di “Generative Pretrained Transformer”, una tecnologia di intelligenza artificiale utilizzata per generare testo, conversare con gli utenti e fornire assistenza virtuale.
Come tutte i cambiamenti legati al mondo della tecnologia, anche ChatGPT ha installato parecchi dubbi nei più scettici, dal mondo del giornalismo a quello della scuola: come la si mette con la proprietà intellettuale? E che precisione è in grado di garantire?
Lo studio
Un recente studio pubblicato sull’International Journal of Educational Technology in Higher Education ha fatto luce sulla preoccupante correlazione tra l’uso di software di intelligenza artificiale, in particolare proprio ChatGPT, e il deterioramento del rendimento accademico tra gli studenti universitari.
La ricerca, condotta da Mohammed Abbas e dal suo team dell’Università Nazionale di Informatica e Scienze Emergenti del Pakistan, ha approfondito le abitudini e le esperienze di 494 studenti riguardo alla loro dipendenza da ChatGPT per completare i compiti ed è emerso che un numero crescente di studenti si rivolge a ChatGPT per completare i propri compiti accademici. Ma loro capacità cognitive e i risultati accademici ne risentono?
Abbas e il suo team hanno scoperto che gli studenti che facevano molto affidamento su ChatGPT mostravano:
- una maggiore procrastinazione
- perdita di memoria
- un rendimento scolastico peggiore
Le interviste condotte tra i ragazzi hanno rivelato un circolo vizioso in cui gli studenti, sentendosi a corto di tempo o sopraffatti dal carico di lavoro, ricorrevano a ChatGPT per soluzioni rapide. Ciò ha creato una dipendenza dall’assistenza dell’intelligenza artificiale (non bastava quella dagli smartphone!) che ha gradualmente eroso i loro sforzi cognitivi e le capacità di pensiero critico, portando nel tempo a una diminuzione della conservazione della memoria e del rendimento scolastico. Abbas ha osservato che gli studenti più focalizzati sui risultati avevano meno probabilità di appoggiarsi agli strumenti di intelligenza artificiale, indicando una potenziale correlazione tra mentalità e dipendenza da tali software.
Effetti sui risultati accademici
I risultati della ricerca hanno evidenziato delle gravi conseguenze dell’uso eccessivo di ChatGPT sulla vita personale e accademica degli studenti. In particolare, gli utenti abituali di ChatGPT erano più inclini alla procrastinazione e riferivano di aver subito una perdita di memoria. Inoltre, tendevano a raggiungere medie inferiori rispetto ai loro coetanei che utilizzavano gli strumenti di intelligenza artificiale con parsimonia o per niente.
Oltre alle preoccupazioni riguardanti la crescente dipendenza dai software di intelligenza artificiale, in particolare tra gli studenti alle prese con carichi di lavoro pesanti, gli autori dello studio hanno sottolineato la responsabilità delle istituzioni accademiche nell’affrontare questo problema e hanno esortato le università a dare priorità a una gestione efficiente del tempo e alla distribuzione del carico di lavoro nell’assegnazione di compiti e scadenze accademiche.
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