Un’idea per abbattere lo spreco dell’acqua che appare fin da subito davvero brillante e originale, quella di raccogliere le acque meteoriche non solo per innaffiare le piante o lavare i pavimenti, ma anche per dissertarci.
Chi di noi da bambino non ha mai alzato la testa e aperto la bocca sotto un bell’acquazzone per cercare di “assaggiare” la pioggia che cadeva? Da oggi sarà possibile rivivere quella sensazione, senza rischiare il torcicollo e evitando di sembrare, come dire…”infantili”, grazie a uno straordinario impermeabile che cattura e filtra, per renderla potabile, l’acqua piovana.
Un’idea per abbattere lo spreco dell’acqua che appare fin da subito davvero brillante e originale, quella di raccogliere le acque meteoriche non solo per innaffiare le piante o lavare i pavimenti, ma anche per dissertarci.
Si chiama Raincatch ed è stato progettato da Hyeona Yang e Joshua Noble per fornire a chi lo indossa un riparo dalla pioggia, certo, ma anche una “fornitura” di acqua da bere. L’acqua piovana, infatti, viene raccolta attraverso il cappuccio, scivola verso la parte posteriore del mantello, dove viene filtrata e purificata. Ed è così pronta per essere bevuta da chi indossa Raincatch.
Il design dell’impermeabile si presenta molto accattivante, il raccoglitore d’acqua è invisibile e il confort è garantito dal fatto che il peso dell’acqua raccolta è distribuito sui lati dell’indumento. Nessuno sforzo, quindi, per chi raccoglie acqua con Raincatch grazie a questo design ergonomico. Interessante anche l’idea di lasciare visibile il sistema di tubicini che consentono la raccolta, dando vita ad una coreografia di goccioline che scorrono all’interno dell’indumento, come si vede nel video.
Non credo realmente che con Raincatch ci preciteremmo in strada ogni volta che piove solo per bere acqua caduta dal cielo e sorge spontaneo anche chiedersi quanta acqua sia possibile immagazzinare, visto che i due designer non lo specificano. E anche quanto tempo si dovrebbe passare sotto la pioggia per riuscire ad immagazzinare una quantità d’acqua sufficiente a dissetarci. Ma, dubbi a parte, l’idea di unire moda e tecnologia di recupero delle acque meteoriche è, comunque, davvero interessante: