Queste suole seminano piante ad ogni passo in città (sai cos’è il rewilding?)

E se si potesse aiutare la natura semplicemente andando a correre? Questa è l'idea alla base di una suola per scarpe stampata in 3D che si adatta alle normali scarpe da ginnastica. Ricoperta da piccoli anelli che fungono da ganci, afferra terra e semi e li porta con sé durante il viaggio

Spargere semi attraverso il rewilding, una forma di ripristino della natura che consente all’ambiente di prendersi cura di se stesso, con un intervento umano ridotto all’osso. È questa l’idea alla base delle nuove rivoluzionarie suole concepite dalla giovane designer Kiki Grammatopoulos, studentessa alla Central Saint Martins, e che hanno una caratteristica ben precisa: la parte inferiore ha la forma dello zoccolo di un bisonte, considerato una specie chiave di volta, un organismo che svolge un ruolo cruciale nel mantenimento del proprio ecosistema.

È proprio da qui che parte il suo ambizioso progetto “Rewild the Run“, con la stilista ha unito impegno fisico e impatto ecologico. Risultato? Da questa premessa sorprendente hanno preso forma delle originali suole adattabili, caratterizzate dalla capacità di disseminare letteralmente durante il movimento.

Vivendo a Londra, mi sono sentito molto disconnessa dal nostro ambiente locale e dalla nostra natura – racconta afferma Kiki Grammatopoulos. Così ho iniziato a pensare a modi in cui avrei potuto replicare le specie chiave di volta a Londra perché ovviamente non posso davvero portare bisonti o lupi a King’s Cross.

Un’idea innovativa

Queste suole possono ancorarsi al terreno, imitando il metodo di diffusione dei semi attraverso il piumaggio o il pelo degli animali, grazie ai piccoli ganci presenti sulla loro superficie. Sul fronte del design, è stato impiegato un materiale resistente che ha permesso di sviluppare una piattaforma rimovibile, adattabile a varie tipologie di sneaker.

Quest’iniziativa straordinaria offre l’opportunità di coniugare la moda con l’ambiente, due sfere apparentemente distanti. La designer auspica coinvolgere altre case di moda, incoraggiandole a inserire una dimensione ecologica nel loro processo creativo e ha commentato il suo progetto con le seguenti parole:

L’aumento degli insediamenti urbani ha contribuito all’ampia frammentazione e alla riduzione degli habitat naturali. L’urbanizzazione ha una serie di effetti negativi sul funzionamento degli ecosistemi, tra cui l’interruzione dei processi di dispersione delle piante nel paesaggio.

Il rewilding urbano cerca di attrezzare le città per supportare la fauna selvatica e soddisfare diversi ecosistemi all’interno dei vincoli urbani. La città è una struttura interamente costruita dall’uomo e richiede un pensiero intuitivo per integrare gli spazi naturali al suo interno.

Pertanto, una parte vitale del rewilding urbano è la componente umana del processo.
Le calzature sono il nostro legame con il suolo e con l’ambiente. Ispirato agli zoccoli e alle pellicce degli animali, questo progetto propone che le nostre suole possano promuovere la biodiversità e coltivare ulteriormente gli ecosistemi, imitando il comportamento delle “specie chiave”.

Con questo progetto mi propongo di democratizzare l’Urban Rewilding, permettendo agli abitanti delle città di impegnarsi nella crescita ecologica dell’ambiente locale.

Ospiti indesiderati, come la mettiamo con le specie aliene?

Il rewilding fa parte di un approccio più ampio per consentire il recupero della natura, secondo Ralph Fyfe, professore di informazioni geospaziali ed esperto di rewilding presso l’Università di Plymouth nel Regno Unito:

Nei paesaggi urbani, l’obiettivo è spesso quello di aumentare la biodiversità e supportare una serie di servizi ambientali che la natura può fornire, ad esempio contribuendo allo zero netto, sostenendo gli impollinatori o riducendo il deflusso urbano, afferma.

Il rewilding può essere deliberato – introducendo specie particolari che sono diventate rare o assenti – o può avvenire semplicemente consentendo alla natura di prendere il controllo.

Sappiamo, aggiunge, che la dispersione a lunga distanza è possibile tramite semi attaccati alla pelliccia degli animali e che ciò può consentire la diversità genetica nelle popolazioni vegetali introducendo semi su distanze maggiori.

Non credo che le scarpe replicheranno completamente questo processo e, naturalmente, le persone correranno in luoghi diversi dagli animali, quindi inevitabilmente ci sarebbe una selezione involontaria di specie vegetali che ne trarrebbero beneficio, afferma Fyfe.

Tuttavia, questo potrebbe avere effetti indesiderati, perché potrebbe diffondere specie infestanti non autoctone. Alcuni, infatti, sono scettici sul principio stesso del rinnovamento urbano.

Il rewilding deve avvenire su larga scala, dove diamo alla natura lo spazio e il tempo per determinare le proprie traiettorie e risultati”, afferma – spiega per esempio Stephen Carver, geografo e docente senior all’Università di Leeds nel Regno Unito. Mentre possiamo utilizzare soluzioni basate sulla natura negli ambienti urbani e riportare alcuni spazi urbani a una condizione più selvaggia, aumentando così la biodiversità, il rewilding non può essere pienamente realizzato all’interno dei vincoli del tessuto urbano. Mi piace l’idea delle scarpe, ma temo che avranno poco effetto o addirittura il contrario.

Niente paura: Kki Grammatopoulos sa bene che è fondamentale affrontare la potenziale diffusione di specie invasive, che richiede uno sviluppo continuo del suo progetto e soprattutto discussioni con esperti e uno sforzo più ampio da parte delle città o dei consigli. Staremo a vedere.

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Fonti: CNN / Instagram @studio_kiks

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